Anche Civitavecchia ha preso parte alla mobilitazione nazionale per accendere i riflettori sulla drammatica situazione nelle Rsa al grido di “Tutto riapre, noi rimaniamo in carcere”. Ieri una delle quattro manifestazioni previste si è tenuta a Roma sotto al Ministero della Salute. Ancora oggi, infatti, nonostante le riaperture, non possono ricevere visite, se non in misura assai limitata e non possono uscire. Parliamo ad esempio della Rsa Bellosguardo dove «ci è stato comunicato - spiega il parente di un paziente della struttura - che, nonostante non ci siano positivi al covid da dieci giorni, dal primo aprile sarà concessa una visita settimanale di trenta minuti. Assurdo essere ridotti ancora così dopo due anni. Possibile che non si trovi una soluzione?». Il direttore della Rsa Madonna del Rosario ha spiegato che «si tratta di misure per tutelare i nostri degenti, anziani e fragili, viste le varianti ancora in circolazioni. Attualmente da noi le visite si svolgono in modalità protetta, tramite vetrata e interfono». In molte strutture, invece, l’accesso è fortemente limitato per la preenza di positivi al covid. Una situazione difficile con i pazienti e i loro parenti fortemente penalizzati ormai da anni. La speranza è che la situazione possa sbloccarsi al più presto, visto anche il graduale abbandono delle norme anti-covid nel paese.
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Rsa, la protesta dei parenti dei pazienti: «Situazione drammatica»
Un familiare: «Tutto riapre, noi rimaniamo in carcere. Assurdo essere ridotti ancora così»
31 marzo, 2022 • 05:29