RONCIGLIONE - Marco Mengoni orgoglio di tutta la Tuscia. Il re di Sanremo, come noto, ha fatto il bis riempiendo di gioia il cuore dei ronciglionesi, riuniti al teatro Ettore Petrolini per fare il tifo, e i suoi genitori, che hanno detto: «Il nostro Marco non è cambiato, è rimasto con i piedi per terra». E’ un ragazzo umile e gentile e lo ha dimostrato quando, al momento della proclamazione, non ha esitato ad abbracciare il secondo classificato.


Ora, però, Mengoni pensa già al futuro. «Torno nel mio studio di registrazione e penserò anche all’Eurovision». Lo a detto durante la conferenza stampa, che si è tenuta dopo la vittoria a Sanremo.


«Rappresenterò l’Italia all’Eurovision contest 2023 che si svolgerà a maggio a Liverpool. Non ci sono mai stato, oltretutto sarebbe la mia prima volta. Voglio andare a divertirmi anche là, ce la metterò tutta». Non sa ancra quale pezzo porterà sul palco a Liverpool. «Troppo presto per scegliere il pezzo… Ci sto pensando. Torno nel mio studio con i miei musicisti e vedremo il da farsi. Adesso voglio solo continuare con il nuovo disco. Magari esce qualcosa di nuovo…». L’artista ronciglione è stato inondato di domande dai giornalisti, sorpresi dalla sua incredibile umiltà nonostante il successo. «Sono semplicemente Marco Mengoni nato il 25 dicembre del 1988 a Ronciglione, un paesino di 8mila abitanti. Tutto qui, sono cresciuto in campagna con mio nonno tra natura e bestiame». Commosso e su un filo di rasoio dal trattenersi le lacrime per l’emozione, ha ringraziato chi veramente gli ha dato la forza in questa esperienza. «Questo traguardo che ho raggiunto all’Ariston, è merito anche dell’orchestra che mi ha tranquillizzato, rasserenato e spronato a dare il meglio di me ogni sera – ha detto -. È stata fondamentale per me in questa avventura. Mi hanno dato quella carica che solo i miei musicisti con cui ci lavoro da 16 anni possono darmi. In tour, ai concerti basta un semplice sguardo e ci capiamo». “È difficile trovare connessione e sinergia in 5 prove – ha sottolineato -. Un conto è condividere diverse esperienze insieme come con la mia band e capirci subito. Un conto è un’orchestra di un festival con cui provi solo in occasione della manifestazione. E invece, c’è stata intesa. Dai loro occhi percepivo la voglia di fare un concerto e li mi caricavo”. Sempre durante la conferenza stampa, quando i cronisti gli hanno chiesto della lettera che ha inviato Volodymir Zelensky allo staff del festival, e che Amadeus ha letto sul palco dell’Ariston dopo le 2 del mattino passate, in cui chiedeva al futuro vincitore di far visita a Kiev e di far sentire la musica italiana che ha trionfato al festival nel giorno in cui anche la guerra finirà perché sarà l’Ucraina ad uscirne vincente. «Mi farebbe piacere andarci, ma ci andrei tutti insieme: più andiamo meglio è. Più voci siamo, più forte arriva il messaggio», ha detto Mengoni.


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