Il Diario va in vacanza con una certezza socratica, quella di essere consapevole che nella prossima campagna elettorale per il sindaco di Civitavecchia potrà succedere di tutto e nessuno, ad oggi, può avere alcuna verità in tasca.

Detto ciò, l’unica cosa abbastanza certa è che la quasi totalità della maggioranza che oggi sostiene Ernesto Tedesco, domani avrebbe non poche perplessità e resistenze a presentarsi nuovamente con lui candidato a Sindaco per il secondo mandato.

E a luglio sono stati inviati segnali forti e chiari: all’endorsement di Matteo Salvini («squadra che vince non si cambia», tralasciando che in realtà è già stata cambiata e rimpastata 6 volte), il giorno dopo hanno risposto ben 7 consiglieri di maggioranza (tra cui il gruppo di Fratelli d’Italia al completo) disertando la seduta in cui sono poi stati approvati gli equilibri di bilancio, con l’apporto determinante dell’opposizione, che ha tenuto il numero legale.

Un aspetto, quest’ultimo, che ha creato ulteriori problemi politici al primo cittadino, che su un provvedimento importante come tutti quelli legati al bilancio, anziché cogliere il segnale della sua maggioranza e mandare deserta la seduta, si è “appoggiato” alla minoranza, esponendosi ai rimbrotti dei partiti (in particolare FdI e Forza Italia) non solo a livello locale, ma anche e soprattutto a Roma.

Di qui il secondo segnale sulla variazione di bilancio che probabilmente sarà approvata domani, dopo il chiarimento di venerdì con i meloniani al gran completo. Proprio durante quell’incontro è emersa la richiesta esplicita di avviare già a settembre un confronto nell’ambito del centrodestra «per arrivare ad un metodo condiviso nella scelta del candidato sindaco del prossimo anno».

Su questo punto Tedesco ha offerto la propria disponibilità, da una parte perché evidentemente non poteva fare altro, dall’altra forse nell’intento di prendere tempo.

Di certo, se il centrodestra vuole affronte unito le prossime elezioni, non si potrà permettere di arrivare (come sempre accade) a primavera per scegliere il candidato. L’impressione è che in ogni caso stavolta i giochi si faranno molto prima, forse già entro fine anno.

Sarà da vedere se poi il nome da mettere in campo a giugno 2024 sarà scelto come sempre sui “tavoli romani”, oppure sarà frutto di una scelta condivisa localmente, magari attraverso le primarie di coalizione che a Civitavecchia in passato sono state utilizzate dal centrosinistra (mentre nel 2014 le sperimentò, come singolo partito soltanto FdI, con Massimiliano Grasso che si impose su Andrea D’Angelo).

Nel frattempo, come al solito c’è chi gioca a spaccare il centrodestra. A Pietro Tidei, che ha messo il cappello - come provò già a fare nel 2019 - sul nome del generale Paolo Poletti, si è unito Roberto Serafini, che dopo aver “inventato” 4 anni fa la candidatura di Ernesto Tedesco, stavolta lo ha scaricato da mesi, sostenendo la figura dell’alto ufficiale della Guardia di Finanza oppure “minacciando” neppure troppo velatamente di essere pronto a scendere in campo in prima persona.

In ogni caso il pallino è in mano al centrodestra: se saprà rimanere unito, avrà buone possibilità di confermare il successo del 2019, altrimenti la partita si complicherà non poco e con un quadro più frammentato si aprirà a qualsiasi risultato.

Vedremo gli sviluppi a partire da settembre, quando tornerà anche il Diario, che oggi va in vacanza. Buona estate a tutti.

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