Gna’ a fa”, come avrebbe detto Corrado Guzzanti nei panni di un Funari d’annata. A ogni seduta di consiglio comunale, Marco Piendibene sembra sempre più maestro di un coro monofonico, in cui l’unica voce concessa è la sua. Con la bacchetta in mano e la predica pronta, impartisce lezioncine di stile: alla minoranza, su come si fa opposizione; alla maggioranza, su cosa dire, quando parlare e, soprattutto, quando tacere. Il problema è che, così facendo, perde la platea. E pure l’orchestra. Nella sua personalissima “classifica dei pensieri”, in testa c’è ormai stabilmente il consigliere di Fratelli d’Italia Giancarlo Frascarelli. Colpevole, agli occhi del sindaco, di produrre video in cui le critiche all’amministrazione rivaleggiano con quelle, altrettanto taglienti, dell’imprenditore Mario Benedetti.

Ma se l’opposizione dà fastidio, la maggioranza esaspera. Il sindaco non riesce a contenere nemmeno i suoi, ma soprattutto se stesso, e la pazienza del presidente del Consiglio Marco Di Gennaro – doroteo di lungo corso, non proprio noto per le esplosioni emotive – è sempre più visibilmente al limite. Ogni consiglio comunale è un campo minato. E spesso, le bombe le innesca lo stesso Piendibene.

Nel silenzio assordante dei consiglieri di maggioranza, a parlare sono praticamente solo quelli di AVS. Ma il disco è sempre lo stesso. Ismaele De Crescenzo si lancia in tirate ideologiche contro “le destre”, stile assemblea del ’68, nel tentativo di far contento almeno Nanni Moretti, e soprattutto per difendere il suo assessore Stefano Giannini. Il quale, però, continua imperterrito a collezionare gianninate.

L’ultima, forse quella più rischiosa, riguarda il progetto di riqualificazione di Piazza Regina Margherita. La storia degli alberi è nota: nel 2023 la precedente amministrazione chiese una perizia all’agronomo Riccardo Benedetti. Poi la Soprintendenza, nel 2024, chiese proprio quella perizia per esprimere il suo parere. Ma la nuova amministrazione (proprio Giannini e Avs in particolare) ha fatto di testa sua, commissionando una nuova valutazione all’Università della Tuscia. Risultato? Nuove conclusioni. Ma senza informare la Soprintendenza, che ha rilasciato un parere sulla base della vecchia perizia, ormai superata.

Il risultato potrebbe essere disastroso: un parere paesaggistico viziato e un progetto da fermare. Il tutto per un silenzio burocratico che nasconde, in realtà, un cortocircuito politico. Con il rischio concreto che si perdano i fondi del Pnrr, se i lavori non verranno conclusi nei tempi previsti.

A completare il quadro, ci pensa la Csp, la municipalizzata tanto cara alla sinistra civitavecchiese. Un’azienda che dovrebbe stare in silenzio e lavorare. Invece scrive, parla, polemizza. I consiglieri di amministrazione si permettono di rispondere pubblicamente (e non) ai consiglieri comunali, con toni sopra le righe e fuori ruolo. E perfino la pagina Facebook dell’azienda, che gestisce l’igiene urbana in una città con una delle Tari più alte del Lazio, si arroga il diritto di dare degli “incivili” ai cittadini di un’intera via.

Un comportamento intollerabile per un’azienda pubblica, i cui azionisti – non va dimenticato – sono proprio quei cittadini che vengono sbeffeggiati. E mentre si pontifica sui social, il punto informativo turistico gestito dalla stessa Csp resta chiuso per buona parte della settimana. Proprio ora che Civitavecchia è invasa da turisti e crocieristi. Coincidenze? C’è chi maligna: sarà mica l’anticamera della privatizzazione del servizio, come potrebbe accadere anche con la segnaletica stradale? Diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. E in questo caso, la domanda è lecita: che ne pensa il compagno De Crescenzo? Perché sarebbe curioso sapere cosa ne pensa lui – e AVS tutta – del fatto che a privatizzare i servizi pubblici locali possa essere la giunta più “a sinistra” degli ultimi decenni.

Nel frattempo, il maestro Piendibene dirige il suo coro. Ma sempre più spesso, l’unica voce che si sente è la sua. Monotona. Solitaria. E, ormai, dissonante.

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