CIVITAVECCHIA – «Un altro passo avanti per la decarbonizzazione del territorio e un futuro di rinnovabili, l’accordo raggiunto tra Plenitude (ENI), Cdp Equity (gruppo Cassa depositi e prestiti) e Copenhagen Infrastructure».

Inizia così una nota di Civitavecchia bene comune che commenta la notizia arrivata nei giorni scorsi sull’accordo che «prevede il finanziamento dell’installazione di pale eoliche galleggianti per produrre 540 MW di energie rinnovabili. Vediamo realizzarsi – continuano – i progetti per la transizione energetica che abbiamo discusso, ideato e portato avanti in questi ultimi anni con iniziative e mobilitazioni. Naturalmente non finisce qui, aspettiamo adesso le necessarie autorizzazioni per dare il via ai lavori e auspichiamo che la costruzione delle pale eoliche avvenga sul territorio per garantire tanti nuovi posti di lavoro».

Un punto di svolta importante secondo Civitavecchia bene comune. «Abbiamo sventato – ricordano – il nefasto progetto di trasformazione a gas della centrale Enel di TVN. Adesso TVN continua a produrre a tutto regime bruciando carbone, ma la fine è segnata, deve essere chiusa definitivamente non oltre la data improrogabile del 2025, perché sta producendo troppi danni all’ambiente, al clima, alla salute che non possono essere giustificati con l’emergenza energetica dovuta alla guerra. Va ambientalizzato definitivamente il porto con fonti rinnovabili e va avviata la trasformazione del territorio facendolo diventare centro di produzione e ricerca di energie verdi. Ci preoccupa la politica energetica di questo governo, che frena sulle rinnovabili e investe al contrario sulle fonti fossili come il gas e sui rigassificatori. Ci hanno fatto credere all’emergenza gas, con l’aumento straordinario delle bollette energetiche, mentre le multinazionali come ENI e SNAM hanno moltiplicato i loro profitti vendendo gas all’estero».

Una situazione allarmante per Civitavecchia bene comune che incalza: «Il Governo proceda rapidamente e senza ambiguità nel processo di transizione ecologica. La Regione continui il lavoro avviato con il Piano di transizione ecologica di Civitavecchia 2022-2026 approvato dalla precedente amministrazione e sostenuto da tutte le forze sociali, istituzionali, politiche del territorio. Il Comune fino adesso silente su questa vicenda, al di là delle solite dichiarazioni di routine, faccia sentire la sua voce, chieda rapidamente il rilascio delle autorizzazioni per i soli impianti individuati quali compatibili con il nostro territorio e intervenga a rappresentare la volontà e gli interessi della collettività per una giusta conversione energetica. A Civitavecchia – concludono – è possibile immaginare un futuro diverso, fatto di salute, aria pulita e posti di lavoro di qualità. Continueremo a vigilare e a proporre progetti, come abbiamo fatto con l’offshore eolico, che vadano in queste direzioni».