Bene rinnovabili, raccolta differenziata e controlli agli impianti produttivi; c'è ancora da lavorare sul fronte del consumo di suolo, delle emissioni di gas serra e della produzione di rifiuti speciali. Lento miglioramento della qualità dell'aria ma sono ancora lontani i livelli raccomandati dall’Oms, soprattutto per il Pm10. È questo il quadro nazionale che emerge dal quarto 'Rapporto Ambiente' di Snpa, un’analisi in 21 punti sullo stato dell’ambiente in Italia, per capire quali trend stanno andando nella direzione giusta e quali no, cosa risulta stabile, quali elementi andrebbero maggiormente indagati e migliorati.

In sintesi presentano trend positivi, cioè un andamento che va nella direzione auspicabile dal punto di vista ambientale: uso di energie rinnovabili (dal 6,3% del 2004 si è passati al 20,4% nel 2020 con un valore superiore all’obiettivo del 17% assegnato all’Italia; si registra, tuttavia, un calo al 19% nel 2021); agricoltura biologica, in crescita sia in termini di operatori sia di superficie coltivata negli ultimi 32 anni (nel 2022 l’agricoltura biologica interessa il 18,7% della superficie agricola utilizzata e il 7,3% del numero di aziende agricole); andamento della raccolta differenziata (aumento di un punto percentuale a livello nazionale nel 2022, rispetto al 2021, che raggiunge così il 65%); quantità di rifiuti smaltiti in discarica, in costante discesa (dal 63,1% del 2002 si è passati al 17,8% del 2022; il numero delle discariche operative è pari a 117 impianti); qualità dell’aria con un andamento decrescente del Pm2,5 negli ultimi 10 anni (risulta tuttavia superato, nella quasi totalità delle stazioni di monitoraggio, il valore di riferimento annuale dell’Oms); controlli Snpa agli impianti produttivi (trend relativo agli anni 2020-2021 positivo). Stabile il trend per quanto riguarda: piani di adattamento ai cambiamenti climatici (nel 2021 le Strategie di adattamento ai cambiamenti climatici approvate sono 4, due in più rispetto al 2018; si tratta, segnala Snpa, di "una lieve tendenza positiva ma ancora del tutto insufficiente"); produzione di rifiuti urbani (nel 2022, la produzione nazionale dei rifiuti urbani si attesta a 29,1 milioni di tonnellate, in diminuzione dell’1,8% rispetto al 2021); rumore (nel 2021, la percentuale delle sorgenti per le quali si rilevano superamenti dei limiti normativi è significativa, 42,7%, leggermente inferiore a quella riscontrata nel 2013, -1,3%); aree protette terrestri e marine (obiettivo Ue è tutelare almeno il 30% della superficie terrestre dell'Ue e il 30% dei suoi mari entro il 2030; in Italia, ad oggi, la copertura nazionale di superficie protetta a terra è di 6.530.473 pari al 21,7% del territorio italiano; circa 4 milioni di ettari quelli a mare, pari all’11,2% delle acque territoriali e Zone di Protezione Ecologica italiane). Trend negativo, ovvero che non va nella direzione auspicabile dal punto di vista ambientale per: emissioni di gas serra (si riducono rispetto al 1990, -20%, ma la diminuzione non è sufficiente); consumo di suolo (dal 2006 al 2022 è aumentato di oltre 120mila ettari, quasi il 40% dei quali concentrati prevalentemente nelle regioni del Nord); concentrazione di Pm10 (nel 2022 risultano superati nella maggior parte delle stazioni di monitoraggio sia il valore di riferimento annuale dell’Oms, 93% dei casi, sia quello giornaliero, 88%); incidenza del turismo sui rifiuti urbani; rifiuti speciali in aumento. Trend non definibile ma 'Stato Buono' per lo stato chimico di laghi e fiumi e delle acque sotterranee.