La Caterinaccia, Peppe Tramontana, il ruzzolone, l’agenzia funebre Nocilli, il mercato del Gesù, Annibale, i “porchettari”, Cacazeppetti. Non sono che alcune delle sessanta “pillole” riunite da Vincenzo Ceniti nel volume edito in questi giorni da Sette Città, con prefazione di Giorgio Nisini (“Tuscia in pillole” 200 pagg. euro 15; nelle librerie di Viterbo: Fernandez, Straffi, Etruria). Una di queste è nella copertina (curata dal grafico Stefano Frateiacci) e raffigura, scolpita nel peperino, la mano con un mazzo di fiori a sostegno dell’arco del profferlo di casa Poscia in via Saffi a Viterbo. Narrazioni veloci, ingiallite dal tempo, su storie, personaggi, curiosità, luoghi, situazioni che da anni covano nella memoria dell’Autore e completano la breve collana avviata alcuni anni fa con “L’altroieri a Viterbo”. «La memoria – annota nella prefazione Giorgio Nisini – è come una sterminata biblioteca, uno spazio innanzitutto che ha a che fare con la parola e la narrazione, ma anche con il caos. Ceniti prova a dare ordine a questo caos dentro una mappa costruita su alcuni grandi assi: luoghi soprattutto, luoghi di una quotidianità che tende ormai a sgranarsi». Non solo Viterbo, ma anche alcune località dei dintorni, indagate nelle parti più intime e meno conosciute. Vitorchiano, Bagnaia, Marta, Soriano nel Cimino, Canepina, Vallerano. Un’operazione utile? L’Autore precisa “per il gusto di scavare a mani nude tra le antiche cose e di onorare al meglio il ruolo di console del Touring Club Italiano”.