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CIVITAVECCHIA – "Venti giorni al porto (18 gennaio-6 febbraio 1897. Le origini della Compagnia Portuale di Civitavecchia". È il libro libro del professor Fabio Fabbri presentato insieme al presidente dell’Adsp Pino Musolino e al professor Maurizio Ridolfi. «Da una parte emerge la coscienza di classe, il soccorso, l’aggregazione e la volontaria solidarietà - ha spiegato Musolino - dall’altro la convinzione, per certi versi attuale, che il porto con tutte le sue attività e maestranze (oggi diremmo cluster) sia il fulcro vitale dell’economia e dello sviluppo del paese. Una specie di laboratorio con molte analogie contemporanee. I limiti di questo porto, leggendo questo volume, hanno origini antiche. Spetta a noi imparare da quegli errori e non ripeterli, ma superarli».
Come ricordato dal professor Ridolfi, nel libro si fa riferimento ad un periodo fondamentale per Civitavecchia, «passaggio fondativo - ha spiegato - di una identità comunitaria». «Il fil rouge - ha quindi sottolineato l’autore - sta proprio nell’attualità del problema. Ci sono una serie di spunti che rendono quella storia attuale. La storia di 500 lavoratori che incrociarono le braccia per venti giorni, di una comunità che si è stretta attorno a loro e delle donne che sono state protagoniste».
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