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TARQUINIA - Un percorso affascinante alla scoperta dell’antica città etrusca di Tarquinia, al Pianoro della Civita. E’ quello organizzato per oggi dall’Università degli Studi di Milano nell’ambito dell’iniziativa Civita aperta. La Civita, sede di una delle più importanti e potenti città degli Etruschi, l’antica Tarchna, venne definita da Vincenzo Cardarelli “…un mistero naturale e paesistico, una grossa macchinazione della fantasia religiosa e politica degli Etruschi….” (Villa Tarantola, 1948). In quattro postazioni fisse, dislocate sul pianoro della Civita, costituito da 90 ettari, esperti delle associazioni locali e delle Università di Milano e Verona, accoglieranno il pubblico alle 15, iniziando le visite alle 15,30. Gli studenti dell’Istituto di istruzione superiore Cardarelli di Tarquinia, affiancati dai membri dell’associazione Fontana Antica, accompagneranno i visitatori attraverso le 4 postazioni e illustreranno le emergenze visibili con uno sguardo sul territorio e la cultura degli Etruschi di Tarquinia fino all’incontro con Roma. Nella postazione del ‘complesso monumentale’ verranno illustrati due aspetti delle ricerche in corso: i risultati di scavi e ricerche, iniziati nel 1982, hanno permesso di far luce sull’origine della città antica e sui numerosi aspetti della cultura e della storia etrusca, data la rilevanza di Tarquinia nel divenire di questa civiltà. Qui si percepisce lo spaccato di una storia millenaria che inizia attorno al culto di una cavità naturale alla fine del X secolo a.C. e continua nel tempo. In questo luogo si mantiene traccia della storia che continua dopo gli Etruschi, nell’Impero romano e nel Medioevo. Nella postazione della Porta Romanelli si potrà apprezzare il circuito delle mura. La maestosa porta, che prende il nome dal famoso archeologo Pietro Romanelli che scavò il Pianoro nella prima metà del secolo scorso, e le mura indagate danno conto del rapporto dell’antica città etrusca con il fertile territorio retrostante. Nella postazione al santuario dell’Ara della Regina si potrà ammirare il più grande tempio degli Etruschi attraverso le sue numerose fasi di vita, a partire dagli inizi del VI secolo a.C. Nella storia del monumento si inseriscono i famosi Cavalli Alati e le terrecotte superstiti che fanno parte del frontone del Tempio III risalente all’inizio del IV secolo a.C. In questa postazione Massimo Legni (Studio Architutto Designer’s) proporrà ai visitatori una ricostruzione delle fasi arcaiche del tempio in realtà aumentata. Nella postazione del Foro romano verranno presentati i risultati degli scavi dell’Università degli Studi di Verona (prof. Attilio Mastrocinque) che dal 2016 hanno aperto una nuova stagione di studi sulla fase romana. La c.d. “domus del mitreo” è un complesso produttivo e commerciale a nord dell’Ara della Regina, mentre a Sud del tempio si è individuato con le prospezioni geofisiche, e in parte scavato, il foro romano.
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