TOLFA - Eccezionale successo per la meravigliosa artista Valentina Vannicola. Il ventotto agosto si è conclusa Il reale immaginato, una mostra complessa e felice. Dai primi lavori alle ultime committenze, con innumerevoli visite guidate, una grande affluenza e un concerto di violini per chiudere. Una mostra nata per essere una restituzione ad una comunità ma anche un ponte verso l’esterno, in un palazzo storico dal potenziale prezioso. Ideata per TolfArte 2024, l’esposizione è stata pensata come un percorso sui tre piani del Palazzaccio di Tolfa, dalle mie opere iniziali alle più recenti come Terra Cava, realizzato per il Gibellina PhotoRoad e Ulisses, creato nel quartiere di Santa Clara di Libona per il Festival Todos e l’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona. Un percorso espositivo completato dal lavoro di traduzione in immagine della Divina Commedia di Dante Alighieri, progetto che ha visto il coinvolgimento della comunità di Tolfa ne L’Inferno di Dante (2011) e nella recente opera La Processione mistica, entrambi esposti ed entrati nelle Collezioni di Fotografia del MAXXI- Museo nazionale delle arti del XXI secolo. La mostra sarebbe dovuta rimanere nelle sole giornate di Tolfarte ma vista la risposta positiva del pubblico mi è stato chiesto di prorogare la sua chiusura, ho pensato che potesse essere la giusta occasione per permettere a più persone possibili di visitare l’esposizione e contemporaneamente ammirare un palazzo storico recentemente ristrutturato. L’allestimento è stato accuratamente studiato, abbiamo lavorato alla progettazione con la massima cura sfruttando la divisione degli ambienti per creare dei capitoli tematici: le committenze istituzionali, i lavori su luoghi e comunità disparate, sino ai progetti realizzati sul territorio. Un piano espositivo che per gli spazi interni ha previsto la presenza di opere originali prodotte per musei e gallerie, insieme a disegni, abiti di scena e accessori; il percorso culminava nella sala de La Processione mistica, opera dalle grandi dimensioni ispirata alla processione descritta da Dante Alighieri nel XXIX Canto del Purgatorio. Quest’ultima, un vero e proprio tableau vivant messo in scena nelle campagne di Tolfa con il coinvolgimento di 49 figuranti, tutti attori non professionisti scelti nella comunità locale, e di diverse maestranze come modellisti, sarte e artigiani. Per chiudere il tour in mostra era possibile fare un’ulteriore esperienza di approfondimento del lavoro con il documentario Una processione mistica di Alessandro Toscano che svela tutte le fasi di produzione del progetto, registrando la costruzione e l’evolversi di un processo creativo che precede e struttura lo scatto fotografico. L’apertura ordinaria della mostra è stata integrata da visite guidate su prenotazione, alla fine delle quali possiamo dire felicemente e senza alcun dubbio che questa è stata un’esperienza espositiva con un bilancio molto positivo e con un successo di visitatori di provenienza differente, partendo dagli abitanti di Tolfa e dei territori limitrofi, passando per le persone che seguono il mio lavoro e sono venute da diverse parti d’Italia per l’occasione, arrivando infine ai visitatori occasionali che avevano la possibilità di essere guidati nel Palazzo per poi uscire nella sua parte superiore, continuando la salita tra i vicoli che si inerpicano fino alla suggestiva Rocca dei Frangipane. Infine, per la chiusura si è tenuta una visita guidata notturna deliziata dal concerto dei violini delle Chromatic Trio, che si sono esibite nel chiostro esterno del palazzo sotto la suggestiva istallazione di una luna piena; una serata che ha visto la presenza di molte persone che hanno seguito con interesse tutta la durata dell’evento. Come ho detto più volte, questa mostra nasce con l’intento di maturare un processo di restituzione su un territorio in cui sono nata e su cui ho lavorato molto, e nonostante nel corso della mia carriera abbia avuto l’occasione di collaborare con musei e istituzioni prestigiose, questa esposizione per me ha rappresentato un grande e importante atto di responsabilità verso una comunità». Ora le opere sono in disallestimento e partiranno per nuove esperienze espositive.

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