Drive In fu sempre trasmesso da Italia 1 e non andò mai in onda su Canale 5 come erroneamente scritto qualche giorno fa. E certamente non avvenne per caso: nel 1983 Italia 1 era stata appena acquisita dalla Fininvest di Silvio Berlusconi, che era molto più concentrato sulle sorti di Canale 5, nei suoi progetti di creare “una super Rai lustrini e paillettes”. «Ho cominciato a fare televisione in Rai, ho fatto trasmissioni di grande successo il sabato sera, tre edizioni di Fantastico, Te la do io l’America e Te lo do io il Brasile con Beppe Grillo. Per quanto riguarda una “mia” trasmissione, fatta da me con le persone che volevo, con i comici che volevo, dove potevo decidere cosa fare, ho visto l’occasione in questo Drive In. Farla su una televisione sconosciuta, su una rete sconosciuta era importante perché deresponsabilizzava da una parte e permetteva dall’altra di essere creativi e di costruire. Quando ci hanno scoperto, il secondo anno, ormai eravamo belli solidi. Io ero contento perché ero riuscito a mettere insieme una redazione di autori che poteva supportare una trasmissione che ebbe tanto successo. Ma dietro tanto successo c’era tantissimo lavoro».

«Come hanno testimoniato Carlo Freccero, direttore dei palinsesti, e Carlo Vitagliano, responsabile della comunicazione delle reti Fininvest, Berlusconi - scrive Ricci nel suo libro “Me Tapiro” - non era interessato a Drive In e a trasmissioni simili. Voleva costruire una Super Rai lustrini & paillettes, non una tv alternativa. Era più attirato dall’ecumenica barzelletta, che dal divisivo monologo satirico. Per inserire la pubblicità puntava sul mondo paradisiaco del “Mulino Bianco”, non certo sulle polemiche e sulle baruffe. Per garantirsi l’interessamento degli sponsor, dalla Rai aveva arruolato le maggiori star e dal cinema le donne più belle (Ornella Muti, Edwige Fenech, Barbara Bouchet ecc.). Chi avrebbe investito su attori sconosciuti o, nel migliore dei casi, semisconosciuti? Io sapevo che erano bravi, ma non bastava. Sono convinto che alla fine riuscimmo ad andare in onda solo per le pressioni fatte da Freccero e per il fatto che, non fossi stato impegnato con l’ignota Italia 1, quell’autunno sarei andato a lavorare per la quarta edizione di Fantastico, del quale ero stato l’autore delle precedenti tre. Berlusconi non mise mai piede negli studi di Drive In, fece solo una scappata per il dolce alla cena di fine produzione del primo anno».