Il Civitavecchia manca ancora l’appuntamento con la vittoria e la W3 Maccarese torna a sperare seriamente nel secondo posto e negli spareggi nazionali. Non basta una tribuna gremita a spingere i nerazzurri contro i bianconeri, che tra le mura amiche naufragano per 1-0 contro la W3 Maccarese.

Passo falso, ennesimo casalingo, davanti a una squadra che, togliendo le due palle gol del pari lasciate in zona Cesarini a Vittorini, ha meritato i tre punti e la possibilità di continuare a sognare quel secondo posto occupato ancora dai ner azzurri. I presupposti alla fine c’erano tutti, viste le vittorie mattutine di Anzio e Primavera, che obbligavano i nerazzurri alla vittoria. Tante le squalifiche, da una parte e dall’altra: Pellegrino e Pieri sul fronte bianconero e Hrustic e Luciani per i nerazzurri, a cui si è aggiunto in settimana Proietti per infortunio, costringono i tecnici a rivedere interi reparti. Vittorini torna finalmente a disposizione dall’inizio e mister Bifini opta per Sarracino in porta, difesa a tre con Pucino, Serpieri e Fatarella attorniati da Luchetti e Funari sulle fasce, poi ad assistere lo stesso Vittorini ci sono Fatati e Gagliardi a centrocampo con Ruggiero e Ferrari a far breccia nella difesa ospite. Mister Manelli sul fronte W3 piazza Ambrogi tra i pali, poi a chiudere l’undici sono stati inseriti Lo Monaco, Bergamini, Starace, Di Giovanni, Troccoli, Buonamano, Di Loreto, Finucci, Damiani, Madeddu. Percussione di Ferrari con Ambrogi attento, è il settimo quando sul taccuino va la prima occasione della gara. Fin qui solo una fase di studio. Sull’altro fronte tre minuti dopo è invece l’esterno della rete a fermare il tiro di Damiani. Gara tattica ma non troppo. Sarracino sale per prima volta in cattedra al quindicesimo, la bordata di Damiani in mezzo a due difensori è splendidamente deviata in angolo. La W3 è raccolta in venti metri mentre la Vecchia prova a fare la gara col possesso, questo il canovaccio della gara. La W3 è più concreta sul fronte d’attacco e prende a volte il predominio del confronto, Madeddu costringe al ventesimo ancora agli straordinari Sarracino, che si esibisce in una nuova parata che viene accolta tra gli applausi dalla tribuna del Tamagnini. E sono due. Ferrari da fuori al venticinquesimo manda la sfera di poco a lato. Gara vera, intensa sul piano tattico che apre soprattutto a occasioni individuali, come si poteva prevedere in fase di vigilia. Fin qui sono l’imprecisione e i due portieri a prevalere in una gara bloccata, anche se il possesso di palla sterile dei nerazzurri si spera sia solo tattica per preparare l’assalto, quello vero. Passiamo alla ripresa, dove servono tre minuti per vedere Damiani al tiro, solo a lambire l’incrocio difeso da Sarracino. Starace tra il quindicesimo e il sedicesimo è l’unico protagonista di un gioco senza troppi sussulti. Sul fronte offensivo costringe Sarracino alla parata dopo una bordata dai trenta metri, mente in difesa devia all’ultimo istante la sfera, in una delle rare sortite neroazzurre. Al venticinquesimo da segnalare c’è ancora
Starace, che manda di poco a lato dal limite dell’area. Tisei per Troccoli alla mezz’ora, coincidenza per il momento clou della gara. Vittorini tenta il tutto per tutto poco dopo la sostituzione, si immola Di Giovanni per evitare il gol, ma la nota vera è il vantaggio sul capovolgimento di fronte con Damiani che, come un rapace, si incunea nella difesa neroazzurra battendo poi Sarracino. W3 avanti. Samuele Cerroni per Serpieri, poco dopo Pomponi per Ruggiero e Leonardi per Funari: queste la mossa di Bifini per riagguantarla. Il gioco è più vivace, Cerroni prova a dare sicuramente più profondità, nel frattempo Vittorini a quattro dalla fine tira alto da buonissima posizione, si dispera e fa disperare il pubblico del Tamagnini. Quattro di recupero, Ferrari costringe Ambrogi alla presa a terra dopo uno di minuto. Vittorini a una manciata di secondi dalla fine ne ha due consecutive, sulla prima si oppone un difensore mentre sul secondo tiro ci pensa Ambrogi a respingere. È l’ultimo sussulto, la gara la vince meritatamente la W3. A fine gara è contestazione da parte dei supporter nerazzurri, che chiamano sotto il settore i giocatori per chiedere spiegazioni sul momento delicato che la squadra sta vivendo e che sembra essere lontana parente di quella che ha incantato nella prima parte di campionato. L’Anzio scappa a +8, la Primavera ha raggiunto Ruggiero e compagni, la W3 Maccarese ora scalpita: ci vorrà molto lavoro per uscire da questa situazione.

«Abbiamo perso e siamo avvelenati - afferma mister Alessio Bifini - nel secondo tempo abbiamo avuto maggiori riferimenti sull’uomo su uomo e poi è arrivato questo gol che non ci voleva. La gente si aspetta di più da noi ed anche noi vogliamo fare di più, mi dispiace che vengano attaccati i ragazzi, in quanto la responsabilità me la prendo io, in quanto io sono il comandante. Guai a chi mi tocca i ragazzi, che stanno facendo quello che gli stiamo chiedendo. Forse gli stiamo chiedendo un po’ troppo. Ancora il campionato è lungo, come abbiamo avuto la flessione noi, è possibile che capiti anche agli altri. Ma ora dobbiamo guardare solo in casa nostra. Tutte le partite che avremo saranno spartiacque per il nostro destino. La contestazione dei tifosi è giusta, si aspettano gioco e risultati da noi, pagano ed esprimono il loro parere».

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