GIAMPIERO ROMITI

La domanda nasce spontanea: come e quale sarà la Civitavecchia del domani ? Risposta immediata: ma di che stiamo parlando ? Be’, di tutto e di niente. Anche se sarebbe più realistico affermare che chi segue con metodica puntualità quel che regala la quotidianità non può non sognare una chiara e netta trasformazione di questa nostra bella città d’incanto , che da parecchio tempo a questa parte non riesce più a… incantare. Chiaramente , però, potrebbe riuscirci di nuovo ed ecco perché balena la brillante idea di un cambiamento radicale rispetto a ciò che adesso passa il convento. Grazie o in base a cosa ? Semplice, a paginate (di qualche giornale cartaceo e telematico) che sono un invito a fantasticare su quanto viene puntualmente diffuso. Titoli cubitali e largo uso di dettagli stregano il lettore, gli consentono di immergersi in meravigliosi pensieri che volano sull’acquisizione della vasta area tuttora occupata dallo stabilimento Italcementi e immediatamente gli fanno provare la sensazione di ammirare lo spettacolo avvincente di una zona nuova e scintillante a due passi dal centro. Ma gli annunci non si fermano e dal Pincio, sempre a beneficio di taluni mezzi di informazione, la raffica non si arresta e allora si apprende pure che il verde (avanti a tutto green) è adesso (finalmente !!!) il colore preferito dai nostri governanti e i bus pubblici emetteranno ossigeno puro e non più fumi venefici, gli stessi che tuttavia non smetteranno di vomitare i tubi di scappamento delle auto che continuano ad ammassarsi sia in centro che in periferia per la mancanza di un funzionale piano del traffico, evidentemente non considerato rilevante dai signori del Palazzo.

Eppoi, perché non cullare l’idea di ritrovarsi immersi in una favolosa vasca di acqua calda di un ambiente carezzevole come un Centro extra lusso termale, incastonato nel verde lussureggiante del punto più alto della città, dal quale si gode un panorama mozzafiato ? Già perché non farlo, anche se, dopo avere appreso che un imprenditore è pronto ad investire sette milioni di euro per dotare Civitavecchia delle desideratissime (da una vita !) Terme, a gettare acqua sul fuoco dell’entusiasmo ci han già pensato i signori della Giunta affermando che simil straordinaria iniziativa non dev’essere privata bensì pubblica.

Sono insomma innumerevoli, specie in questi ultimi tempi (la Tedesco’s band suona un rock così sfrenato forse perché sente mancarle la terra sotto i piedi a poco più di un anno dalle elezioni amministrative ?), gli “avvisi agli elettori” e, al di là di quelle che possono essere le posizioni ideologiche, piace cavalcare il desiderio di vedere la città arricchita (e abbellita) delle eccezionali opere megafonate a tutto volume e che sarebbe imperdonabile se svanissero nel nulla per il mancato rispetto dei tempi di esecuzione imposti dal benvenuto “mecenatismo” del Pnrr. Legittimo quindi sposare l’ottimismo e non vedere l’ora di ammirare per larghi tratti una Civita…nuova.

Nel contempo resta però difficile da capire il motivo per cui alcune promesse solenni fatte in un recente passato (che piacerebbe se venissero dimenticate) ancora oggi non siano state mantenute.

Correva il 10 settembre dell’anno del Signore 2021 (capito bene ? 2021 !!!) e durante una splendida serata baciata da stelle più luminose che mai, organizzata dal Comune e quindi col sindaco in prima fila, venne “illuminato” l’ambizioso e stupendo progetto (fortemente voluto dall’allora assessore all’urbanistica Leonardo Roscioni) di recupero e di riqualificazione della Ficoncella, redatto dall’architetto Enza Evangelista. Lavoro superbo, frutto della felicissima intuizione di integrare il noto sito termale (frequentatissimo non solo da civitavecchiesi e famoso, è il caso di dirlo, per le sue acque miracolose) con quello archeologico di Aquae Tauri ubicato ad un tiro di schioppo. Detto progetto, che i presenti ebbero modo di ammirare su un megaschermo, prevedeva l’arretramento dell’area adibita a parcheggio, la quale una volta avvenuto il recupero sarebbe stata trasformata in un parco attrezzato comprendente pure una terrazza panoramica ed un punto ristorazione. Sì, un lavoro magnifico e soprattutto una preziosa risorsa per il Pincio tant’è che lo stesso Roscioni colse l’occasione di sottolineare che nei primi mesi di gestione della Ficoncella da parte del Comune (dal 1 luglio alla prima settimana di Settembre) s’erano registrate quattromila presenze.

Vabbe’, dopo aver iniziato questo pezzo con una domanda, non si può in conclusione non formularne altre.

La prima: che fine ha fatto il progetto ? La seconda: i soldi (pubblici !!!) spesi per allestire la favolosa serata del 10/9/2021 sono serviti alla giunta capitanata dall’avvocato Tedesco per farsi esclusivamente pubblicità ? La terza: cos’è che ha impedito finora l’effettuazione dei lavori ?

Semmai arrivassero risposte giustificative (i tromboni sfiatati del Palazzo potrebbero intonare : “il nostro obiettivo principale sono le Terme dopodiché penseremo ad altro”) che non… giustificherebbero una mazza , la Ficoncella - che vanta e deve mantenere una fantastica storia tutta ed esclusivamente sua - aspetta epperò (di)spera di rifarsi il trucco. Buon tutto a tutti.

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