CIVITAVECCHIA - Cosa c’è dietro la morte di Sara Girelli? Se lo stanno domandando in queste ore gli investigatori della Polizia, impegnati nella ricostruzione delle ultime ore di vita della 28enne civitavecchiese il cui cadavere è stato trovato da un canoista nei giorni scorsi sulle sponde del Tevere.

Cosa ci faceva quella ragazza a quell’ora in un posto simile, vestita in maniera elegante e sprovvista di documenti? Quella del suicidio è solo una delle ipotesi degli inquirenti, basata prevalentemente sulla mancanza di segni evidenti di violenza sul corpo della giovane.

Sarà l’esito dell’esame autoptico, ordinato dall’Autorità giudiziaria, a fornire la pista giusta da seguire, seppure la Polizia starebbe già lavorando su una serie di aspetti, tutti da analizzare con profonda attenzione.

A partire dai tabulati telefonici che potrebbero rivelare particolari importanti sulle ultime ore di vita della vittima.

E poi quel volo dalla balaustra, da un’altezza di circa venti metri. Sara Girelli era da sola o in compagnia di qualcuno quando si è consumata la tragedia?

E in questo caso delle risposte importanti potrebbero arrivare dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, delle quali la Polizia ha già acquisito i filmati per avere un quadro chiaro della situazione.

Un lavoro a trecentosessanta gradi, quello degli investigatori, che nelle prossime ore potrebbero già chiudere il cerchio intorno a una morte tanto dolorosa quanto sospetta.

Per il momento il giallo del Tevere rimane e viene accostato dalla letteratura ad altri casi simili che si sono verificati più o meno nella stessa zona.

Va ricordato, ad esempio, il decesso di un’atleta tunisina, risalente a quattro anni fa. Quello che somigliava tanto a un suicidio, grazie alle telecamere presenti, alla fine si è rivelato un efferato crimine compiuto da un uomo che la vittima aveva conosciuto in un bar.

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