Il giorno dopo la visita del vicepremier Matteo Salvini per l’accordo procedimentale da 35 milioni restano l’euforia e la consapevolezza della necessità di rimboccarsi le maniche per realizzare nel minor tempo possibile opere che cambieranno il volto e la vocazione della città. L’obiettivo principale dell’accordo denominato “Civitas futura”, come spiegato dal Comune e dall’Adsp anche nel corso della presentazione, è di armonizzare il «sistema porto e la città», si vogliono poi realizzare interventi di carattere infrastrutturale per riqualificare il tessuto urbano e risolvere criticità della mobilità cittadina. Come è stato già detto nei giorni scorsi, infatti l’area di Fiumaretta andrà all’Adsp, sarà realizzata una nuova asse stradale per connettere l’uscita autostradale Civitavecchia nord con il porto, il Comune acquisirà l’area ex Italcementi e andrà a ricoprire a verde il tratto “scoperto” della trincea ferroviaria. Ma oltre a questi interventi previsti nell’accordo l’amministrazione comunale ha individuato ulteriori «proposte che tengono conto sia del recupero delle aree urbane - si legge nella nota del Pincio - degradate che della ricucitura del tessuto urbano, oltre alla realizzazione di nuovi progetti mobilitanti». Per quanto riguarda l’area ex Italcementi si attendono i risultati dello studio affidato alle università romane per individuare «nuove funzionalità nell’ottica della rigenerazione urbana, oltre alla realizzazione della “porta di accesso” alla città». C’è poi la copertura della trincea, un progetto che permetterà di ricucire il sistema urbano. Infine ci sono le Terme di Traiano. Nell’area oggetto di intervento «sarà avviato un progetto mobilitante che vede la realizzazione di un polo termale qualificato, nell’ambito di un piano di sviluppo per il rilancio di Civitavecchia come destinazione turistica». Insomma i 35 milioni dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti serviranno per dare il via ad un importante processo che porterà Civitavecchia, secondo i piani di Pincio e Adsp, a elevarsi «a modello italiano di sviluppo quale hub portuale della Capitale e dell’area metropolitana di Roma».