TARQUINIA – Si torna a parlare della tragica morte del giovane tarquiniese Edoardo Costa oggi in udienza presso il tribunale di Civitavecchia dopo ben due rinvii che hanno fatto indignare i genitori del ragazzo, papà Carmelo e mamma Cristina. A confronto oggi nella prima delle tre udienze calendarizzate (12 gennaio 2023, 9 febbraio e 9 marzo) i consulenti tecnici del primo e del secondo Ctu, dopo l’ultimo rinvio per mancata notifica di citazione da parte della segreteria della pm dottoressa Frattin. Davanti al giudice Nappi quindi sono chiamati a riferire anche il dottor Cipolloni e il dottor Del Gaudio, che eseguirono l’esame autoptico sul corpo del giovane Edoardo Costa, morto il 26 aprile del 2016 a soli 18 anni a seguito di una fibrillazione ventricolare che lo colse in maniera fatale mentre si trovava ancora a letto, poco prima di alzarsi per andare a scuola. Si tratta della terza udienza nell’ambito del processo a carico di due medici del Bambino Gesù accusati di omicidio colposo. Lo scorso 20 aprile 2022 vennero sentiti i genitori di Edoardo, mamma Cristina e papà Carmelo, che attraverso i loro legali continuano a chiedere che sia fatta luce sull’accaduto, per capire se ci siano eventuali responsabilità sulla tragica e inaspettata morte del ragazzo. Il timore dei genitori è che la vicenda cada in prescrizione senza che sia emersa una verità: l’8 ottobre 2023 scadono infatti termini: «Si rischia la prescrizione senza che venga fatta chiarezza su questa tragedia. Lo vogliamo gridare al mondo». Per questo sono state calendarizzate le tre udienze del 2023, a partire da quella di oggi. I consulenti tecnici saranno chiamati a riferire al giudice le risultanze dell’esame autoptico sul corpo del 18enne. Lo scorso aprile 2022 era toccato a mamma Cristina ripercorrere quei terribili momenti che le strapparono per sempre l’unico figlio amatissimo. Cristina per oltre un’ora raccontò al giudice quanto accaduto nei mesi e nei tre anni precedenti la morte di Edoardo, da quando cioè il giovane venne preso in cura dai medici per un’aritmia. Secondo mamma Cristina e papà Carmelo, rappresentati dall’avvocato Jacopo Macrì, dello studio Perroni e associati, e dagli avvocati dello studio Sgromo, la patologia non sarebbe mai approdata ad una diagnosi definitiva. Cristina ha raccontato della terapia cui era sottoposto Edoardo e della sospensione della stessa avvenuta pochi mesi prima del decesso.

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