Da un mese siede sulla panchina degli Under 17 Elite del Ladispoli. Ha ricominciato da dove aveva iniziato una decina di anni fa. Pietro Bosco, dopo la parentesi Ternana, è ritornato ad allenare nella sua città, alla quale 5 anni fa ha regalato la serie D dopo 15 anni.

Come si sente?

«Bene, ho accettato volentieri di allenare questa squadra, fiore all'occhiello del settore giovanile del Ladispoli. Con i ragazzi c'è un bel rapporto, le mie esperienze con i giovani sono state sempre proficue e molto produttive. A Terni ho lasciato una squadra in salute, la seguo da lontano, mi piacerebbe sapere se un mio allievo farà carriera».

A Ladispoli si potrà ritornare al passato?

«La dirigenza sta programmando il futuro, ma non ci vuole certo poco per farlo. Bisogna lavorare, vanno migliorate molte cose. La strada mi sembra quella giusta».

È di passaggio a Ladispoli?

«Questa è casa mia, nel campo dove alleno e gioco ho vissuto il periodo più bello della mia vita sportiva. Ho vinto un campionato di Eccellenza. Ho riportato il Ladispoli in D dopo molti anni, averlo fatto mi riempie il cuore. Mi piacerebbe tornare ad allenare una prima squadra, ma lontano da dove vivo. Ho voglia di confrontarmi, di crescere».

Che 2023 sarà per Ladispoli e Cerveteri?

«Il Ladispoli penso che non avrà difficoltà a salvarsi, si è rafforzato con elementi valorosi ai quali vanno aggiunti molti infortunati che hanno recuperato. Il Cerveteri, invece, ha una forza incredibile, lo spirito e la tigna che sa trasmettergli un allenatore bravo come Superchi. Sicuramente sono destinati a soffrire, ma lo faranno a testa alta».

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