CIVITAVECCHIA - Il 31 dicembre scadrà lo stato di emergenza e, salvo cambi di rotta, sarà la fine per le ricette dematerializzate, per le Usca-r e per i tamponi gratuiti dal medico di famiglia: il sistema sanitario rischia di andare nuovamente in affanno. Come spiega il dottor Mauro Mocci, responsabile Usca-r della Asl Roma 4 e punto di riferimento per i medici di medicina generale del territorio, «andrà a scadere la possibilità di fare ricette dematerializzate e di inviarle per email, così come quella di fare tamponi in ambulatorio. Anche le Usca-r, teoricamente, andranno a finire sempre il 31 dicembre». Si tratta di tre notizie che, ognuna in modo differente, andranno ad impattare sui cittadini e sulla sanità. Per quanto riguarda le ricette dematerializzate si fa un notevole passo indietro, costringendo di nuovo l’utente a recarsi in studio per una ricetta. Stop ai tamponi gratuiti da parte dei medici di famiglia e, soprattutto, fine delle Usca-r, ovvero la spina dorsale del sistema “tamponi” e vaccini domiciliari che in questi anni di pandemia qui a Civitavecchia, come nel resto della Asl e della Regione, hanno permesso di portare avanti la macchina vaccinale domiciliare e quella dei drive-in per i tamponi covid. Notizie che arrivano in un momento di forte stress del sistema sanitario dove i medici scarseggiano, i posti letto pure e i pronto soccorso sono in forte affanno, Civitavecchia non fa certo eccezione. Su questa situazione, e per questo si rischia la tempesta perfetta, si aggiunge l’influenza che quest’anno ha giocato d’anticipo e sta colpendo duramente. «Quest’anno la possibilità di infettarsi si sente di più - ha spiegato Mocci - perché veniamo da due anni in cui praticamente l’influenza non c’è stata tra isolamenti e mascherine. Ora a pagare di più sono i giovani e i bambini i cui organismi non “conoscono” il virus. Abbiamo riscontrato un aumento della richiesta di vaccini antinfluenzali. Ci aspettiamo il picco per la prossima settimana, picco che continuerà a gennaio». La raccomandazione è di fare la massima attenzione in caso di riunioni familiari perché si rischia di esporre anziani e fragili. «È importante - ha concluso Mocci - sapere se si ha l’influenza o il covid perché per la prima gli anziani, ad esempio, sono più protetti, meno per il secondo».

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