Un'importante modifica che il decreto Pescante (d.lgs. 15/2004) ha attuato è stata l’immissione nel Consiglio Nazionale del CONI dei rappresentanti degli Enti di Promozione Sportiva e delle Associazioni Benemerite. Il legislatore ha quindi ampliato la platea di associazioni sportive con personalità giuridiche di diritto privato nel massimo consesso del CONI. Più precisamente, il decreto Pescante ha stabilito che nel Consiglio Nazionale ci fossero cinque rappresentanti degli Enti di Promozione Sportiva, tre rappresentanti delle Discipline Sportive Associate e un rappresentante delle Associazioni Benemerite. Si è disquisito molto sul numero maggiore di rappresentanti da parte degli enti di promozione rispetto alle DSA, nonostante il numero di queste ultime sia maggiore rispetto agli EPS. Non solo.


La critica più importante riguarda i risultati delle DSA, di molto superiori agli EPS. Importante è ricordare che gli enti di promozione dovrebbero, come cita lo Statuto del CONI, avere fini meramente ricreativi: “Sono Enti di Promozione Sportiva le associazioni riconosciute dal CONI, a livello nazionale o regionale, che hanno per fine istituzionale la promozione e l’organizzazione di attività fisico-sportive con finalità ricreative e formative, e che svolgono le loro funzioni nel rispetto dei principi, delle regole e delle competenze del CONI, delle Federazioni Sportive Nazionali e delle Discipline Sportive Associate”. È da questa dicitura che nasce la diatriba tra DSA e FSN da una parte, ed EPS dall’altra. Un caso famoso di scontro fu la questione FIT (Federazione Italiana Tennis) contro la UISP (Unione Italiana Sport Per tutti). In quel caso la diatriba riguardava un maggiore esborso di denaro per i circoli di tennis che si affiliavano alla FIT. Il caso finì addirittura in Parlamento. Ma cosa sono gli EPS? Tali enti nascono quasi tutti poco dopo la fine della seconda grande guerra, sotto il cappello della politica, della Chiesa cattolica e dell’industria. Anche la stessa nomenclatura degli EPS ricorda la loro derivazione. Per fare alcuni esempi: Centri Sportivi Aziendali Industriali (CSAIN), Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale e Sportiva (ENDAS), Polisportive Giovanili Salesiane (PGS), Movimento Sportivo Popolare Italia (MSP) sono solo alcuni dei 15 EPS che raccolgono milioni di tesserati italiani. C’è da dire che l’Italia è l’unico paese al mondo ad avere tali strutture alternative alle Federazioni. Ancora oggi si discute sulla natura prettamente ricreativa, formativa e ludica degli enti di promozione sportiva che “tolgono” molti tesserati alle federazioni. La critica comune che questi ultimi rivolgono agli EPS è quella di organizzare tornei, gare e competizioni di ogni genere in barba alle norme fondamentali su cui si basa l'architettura degli Enti di Promozione Sportiva. C'è da dire che i numeri dei tesserati EPS sono triplicati rispetto a quelli delle FSN e delle DSA. Esistono 15 EPS per poco più di otto milioni di tesserati. Ben 63 tra FSN e DSA, per la metà dei tesserati. Ovvio è che le federazioni vorrebb
ero conquistare molti di quei tesserati “amatori” per vedere ampliare le loro entrate annuali.


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