Una fotografia dello stato dell’arte, un quadro degli interventi in cantiere e quelli già avviati e una riflessione sulla crisi del mercato. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Alberto Barachini, presenta le linee guida in commissione Cultura alla Camera. «La difesa del pluralismo informativo e del patrimonio culturale» e «il contributo allo sviluppo del settore» sono le due principali direttrici indicate da Barachini nella «strada da intraprendere sul doveroso finanziamento pubblico all’informazione e all’editoria». Il fondo straordinario con gli aiuti al settore avrà nel 2023 una dotazione finanziaria di 140 milioni di euro «per la quale andranno effettuate le opportune scelte allocative». Fra gli obiettivi da perseguire, il sottosegretario elenca la digitalizzazione dell’informazione, la transizione digitale e la stabilità dell’occupazione. Il contrasto alle fake news viene identificato come un ’faro’.


Il contesto è segnato da una crisi dell’editoria che riguarda non solo l’Italia, ma è di portata globale. Il sottosegretario, da questo punto di vista, sottolinea che «negli ultimi anni, la pandemia prima e gli effetti della guerra dopo hanno inciso negativamente sul settore editoriale nel suo complesso, causando una forte riduzione dei ricavi e un calo dei lettori». Ma la contrazione arriva da lontano. «Si stima che tra il 2010 e il 2020 l’editoria quotidiana e periodica in Italia abbia perso 2,4 miliardi di euro di ricavi», passando da un fatturato di 4,4 miliardi a 2 nel giro di dieci anni, con la diminuzione dei ricavi che ha riguardato «sia proventi editoriali sia gli introiti pubblicitari. Oggi siamo in presenza di una diminuzione drammatica delle copie cartacee dei giornali vendute. E quindi isi dovrà tener conto del fatto che oggi esistono buoni siti di informazione digitali che hanno un diritto pari a quello di alcune realtà editoriali tradizionali a ricevere finanziamenti, partendo dal condividere una visione e cioè quella del rispetto delle norme deontologiche e professionali, dell’innalzamento della qualità dell’informazione e anche quella della certificazione dei contratti che queste realtà utilizzano, perché ovviamente questi due parametri non possono essere assolutamente essere slegati dal finanziamento».


IL RUOLO DELLE COOPERATIVE GIORNALISTICHE

«Siamo molto indietro sulla libertà di stampa. Effettivamente, lo siamo. Credo che sia una responsabilità che dobbiamo condividere tutti, anche il servizio pubblico, il governo certamente ma anche le singole testate, perché il nostro Dipartimento ha un ampio raggio di finanziamento che comprende anche tante piccole realtà di cooperative giornalistiche che dovrebbero e potrebbero contribuire moltissimo alla diffusione anche di tematiche diverse da quelle dei grandi gruppi. Purtroppo, dobbiamo constatare - ha sottolineato - con una drammaticità continua l’assenza di lettori. Queste tante realtà giornalistiche non vengono sostenute dagli stessi lettori. Quindi, hanno un forte impatto di finanziamenti pubblici perché il mercato non le sostiene quanto dovrebbe. Quindi, la responsabilità è sicuramente di tante componenti del mondo pubblico, ma anche di un’assenza di un mercato dedicato a testate che fanno un’informazione laterale o diversa».


I GIORNALI NELLE SCUOLE
«Per le scuole stiamo studiando delle iniziative. Non soltanto quella del quotidiano in classe che è una iniziativa di origine privata. Stiamo pensando, invece, ad una iniziativa pubblica adeguata. Ci sono varie possibilità fra le quali quella di distribuire copie dei giornali nelle scuole, ma sappiamo anche che oggi i ragazzi sulla carta fanno un po’ fatica e quindi si potrebbe attivare un sistema di applicazione digitale con la quale a rotazione alcune classi dei licei possono avere a disposizione strumenti di informazione». Barachini, a questo proposito ha ricordato che è stata scarsa l’adesione all’iniziativa contenuta nella legge di bilancio 2020 (che ha riconosciuto contributi in favore di scuole statali e paritarie e di studenti per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani, periodici e riviste scientifiche) e ha così annunciato la sua intenzione di rilanciare il programma, attraverso un’azione coordinata con il Ministero dell’istruzione e del merito.


Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura a Montecitorio, dal canto suo, sostiene che «è necessario valorizzare e difendere il pluralismo dell’informazione, a partire dal lavoro dei giornalisti». E il presidente di Snag Confcommercio, Andrea Innocenti, dal canto suo, chiarisce che «accogliamo con estremo favore le dichiarazioni in merito alla volontà di prorogare e stabilizzare i bonus per le edicole ma raccomandiamo la massima rapidità».


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