Annamaria Lupi

Talete, un crescendo di aumenti che impattano pesantemente sulle tasche dei cittadini. E in attesa di sapere se il nuovo rincaro da gennaio 2023 sarà dell’8,45 o del 12,9%, è un crescendo anche il tasso di rabbia registrato tra gli utenti che dal 2019 hanno visto e vedono le bollette “lievitare” in maniera costante. Le lamentele, in diversi casi frasi piene di improperi, corrono sui social. Sulla pagina facebook Viterbo civica una signora da il là scrivendo: «Ho ricevuto la bolletta della Talete… sfiora i 400€ siamo in tre a casa…», subito un'altra le fa eco «a me più di 1400 euro» e ancora «520 euro, metà del mio stipendio».Si va dai post che stigmatizzano «vendono l'acqua come fosse champagne», a chi esprime il disagio di non riuscire a sostenere economicamente gli aumenti lanciando l’appello «a fare qualcosa perché se continua così ci fanno suicidare», a quelli in cui si raccontano storie paradossali.Come quella di una signora che scrive: «A me 2000 euro senza contatore, staccato nel 2014. Vorrei sapere dove hanno letto il consumo» e annuncia che quei soldi preferisce «darli all’avvocato». Sintomo evidente di un’esasperazione che fa propendere ad agire per vie legali piuttosto che cercare di confrontarsi con la società.Un altro racconta: «A me anni fa tolsero il contatore senza preavviso per due fatture da 40 euro non pagate. Addebito di 100 euro per toglierlo e 100 per riaverlo. Dopo 3 mesi sono arrivate le due fatture che non avevo pagato».

Fino al post che sintetizza la situazione con «Talete come Alitalia, un pozzo senza fine».In diversi poi fanno notare che da gennaio sono previsti ulteriori aumenti. Il fatto che la stampa abbia riportato la notizia dei rincari ha fatto gridare allo scandalo diversi sindaci che siedono nell’assemblea che quegli aumenti ha autorizzato. Secondo alcuni primi cittadini è una vergogna che gli organi di informazione parlino di aumenti. I media, riportando la notizia, hanno comunque posto l’accento anche sulle ragioni addotte da Ato e Talete sulla necessità di tali rincari. Se poi si vuole giocare con le parole, quei “ritocchi” al rialzo si possono anche definire adeguamento o revisione tariffaria ma la sostanza non cambia di una virgola: il costo dell’acqua sta raggiungendo livelli insostenibili. Ancor di più in questo periodo in cui i cittadini subiscono anche gli aumenti dei costi di energia e gas e le ripercussioni sul carrello della spesa. Incrementi di cui non sono certamente responsabili i giornalisti che, al di là del mestiere, sono prima di tutto cittadini e come tali tartassati alla stregua di chiunque altro.