Non sappiamo come finirà la vicenda della maggioranza, legata all’ingresso o meno di Emanuela Mari in Fratelli d’Italia, ma in ogni modo l’epilogo complessivo difficilmente sarà positivo per il sindaco Ernesto Tedesco e quel che resta della coalizione che poco più di 3 anni fa sbaragliò il campo riconquistando il governo di palazzo del Pincio 12 anni dopo la vittoria di Gianni Moscherini.


Un vaso quando si rompe si può anche rincollare, ma il segno rimarrà sempre e il vaso rincollato non sarà mai più come quello originale.

Lo stesso vale per la maggioranza di Tedesco.

Ammesso che infatti il primo cittadino voglia riallargare l’alleanza, le lacerazioni che si sono prodotte in questi mesi sono tanto profonde sul piano personale prima ancora che politico, che difficilmente per questo centrodestra (o ciò che ne resta) sarà possibile voltare pagina e fare finta di nulla.

Partendo dall’ultima, clamorosa rottura, quella fra Tedesco ed il suo “mentore” Roberto Serafini, a cui lo stesso Tedesco deve politicamente tutto, a partire dalla candidatura che altrimenti non sarebbe mai stata possibile: fu Serafini - capo carismatico del Polo Democratico di Mirko Mecozzi - ad “inventarsi” Tedesco, tra Grasso e Zappacosta che in quel momento erano i due candidati in campo.

Oggi il “caso” Mari, che improvvisamente da prima dei non eletti al Senato con Forza Italia vorrebbe candidarsi in regione con Fratelli d’Italia, ha portato Tedesco e Serafini ad interrompere ogni tipo di rapporto, prima di amicizia e poi sul piano politico. Mecozzi si candiderà con la Lega, ma l’impressione è che la resa dei conti al Pincio sia solo rimandata tra la Lista Tedesco, ormai omologata con il partito di Salvini, ed il primo cittadino. Ma forse anche con il “secondo”, visto che il vice sindaco Manuel Magliani si è schierato dalla parte di Tedesco, pur di non dover rimettere la delega di numero 2 in caso di rientro di FdI.

Rapporti freddissimi anche in Csp dove Matteo Mormino ha rimesso le deleghe al presidente Fabrizio Lungarini, rimanendo però al suo posto in Cda.

Anchein questo caso, il sindaco non sembra in grado di mettere mano e porre rimedio per riportare quel minim o di serenità necessaria al vertice della municipalizzata.

In Forza Italia le cose non sembrano andare meglio. Se da una parte qualcuno avrebbe sentito il coordinatore/assessore Roberto D’Ottavio (che fino a qualche mese fa insieme a Daniele Perello non faceva mistero su Facebook delle sue simpatie per Carlo Calenda) dall’altra la mossa di Emanuela Mari, anche se non dovesse poi concretizzarsi, di certo non ha fatto piacere agli altri consiglieri comunali azzurri, a partire da Massimo Boschini che in un eventuale rimpasto vorrebbe sostenere un proprio assessore donna, al posto di Cinzia Napoli. Il nome ? Non è difficile da immaginare, sulla scia dello sdoganamento di una operazione “familiare” che con ELisa Pepe in consiglio comunale ha portato in giunta Dimitri Vitali. Che ovviamente, dulcis in fundo, ha tagliato i ponti con il suo amico di sempre (ma non più di oggi) Raffaele Cacciapu
oti. Una “squadra” così quanto può ancora durare?

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