Roma - Massimo Battaglia, 62 anni, è stato riconfermato segretario del sindacato Confsal Unsa per i prossimi quattro anni. Battaglia è stato rieletto all'unanimità dai delegati al congresso nazionale di Riccione. Resterà in carica fino al 2026.


"Per me è la terza rielezione - ha detto il segretario a margine della riconferma - devo dire che è stato un momento intenso, fatto di grande emozione e di soddisfazioni. I dati Rsu evidenziano che siamo il primo sindacato in ministeri chiave quali Giustizia ed Esteri, ma siamo cresciuti anche nelle Agenzie Fiscali e al Mef, diventando la prima forza sindacale. Il congresso ha voluto premiare gli ottimi risultati raggiunti, riconfermando in toto la segreteria".


A margine della rielezione, Battaglia evidenzia le priorità per il futuro: "Innanzitutto gli stipendi, non possiamo accettare soluzioni tampone quali i 200 euro di bonus una tantum. Nel prossimo triennio serviranno misure strutturali a sostegno del reddito dei lavoratori. Le proiezioni di Confindustria paventano infatti un'impennata dell'inflazione, che in assenza di interventi di mitigazione, rischia di sfiorare il 15%. Di questo passo gli stipendi non basteranno più, servono interventi urgenti e decisi. Chiederemo misure straordinarie al ministro per la Funzione Pubblica e a quello dell'Economia".


Durante i lavori congressuali, Battaglia si è soffermato sulle modalità di assunzione dei dipendenti pubblici. "Nonostante la riforma Brunetta che prevede iter concorsuali della durata massima di 90 giorni - ha detto il segretario - ad oggi continuiamo ad indire concorsi che contemplano procedure lunghe e articolate e che prevedono due prove orali e una prova di lingue per reclutare del semplice personale amministrativo. Bisogna assolutamente sburocratizzare, dobbiamo dare alla pa i lavoratori che effettivamente servono".


Il segretario ha poi fatto un'ampia riflessione sul ruolo del sindacato. "Molte confederazioni hanno pensato ad altri interessi, abbandonando i lavoratori a se stessi, proprio come ha fatto la politica. Anche se federazioni come la nostra sono cresciute -ha detto il segretario generale Unsa- i dati delineano un quadro tutt'altro che positivo. In questi anni il sindacato ha perso posizioni e ora deve decidere se diventare un sindacato di servizi e di patronato o se, invece, riconquistare il proprio ruolo occupandosi della difesa dei lavoratori. Per quanto ci riguarda non faremo passi indietro: stiamo lavorando per presentare al governo proposte concrete in termini di occupazione e di snellimento delle procedure concorsuali nel pubblico impiego".