CERVETERI - Addio al principe “Lillio” Sforza Marescotti Ruspoli. Il decano dell’aristocrazia pontificia si è spento martedì scorso, al termine di una lunga malattia, nella sua dimora di Palazzo Ruspoli, all’età di 95 anni. Il principe è stato agricoltore, politico, banchiere, costruttore e ambasciatore. L’ultimo saluto domani alle 12 alla Basilica San Lorenzo e Lucina a Roma (ai fiori, sono gradite offerte per la Cittadella della Carità, Santa Giacinta (Caritas di Roma).

ALCUNE TAPPE DELLA SUA VITA

Nato a Palazzo Ruspoli in Roma il 23 gennaio del 1927, Sforza Ruspoli che ha portato per una vita il titolo di Principe di Cerveteri, amava in realtà definirsi “Patrizio Romano” per amore verso la città natale dove il suo casato è insediato da “Mille Anni”. Si intitola, infatti, “ I RUSPOLI. Mille anni a Roma ” la riedizione da lui voluta del libro con la storia del Casato, scritto da Fabrizio Sarazani ed aggiornato da Fulvio Stinchelli che venne presentato in Campidoglio il 10 ottobre 2009. Figlio secondogenito di Francesco Ruspoli, VIII Principe di Cerveteri e di Claudia Matarazzo, figlia di Francesco Matarazzo, simbolo dell’emigrazione italiana in Sud America dove fondò un impero industriale, Sforza Ruspoli ha avuto una vita movimentata fin dall’infanzia. Aveva solo otto anni quando in seguito alla morte della giovane madre, venne preso in cura in Brasile presso il nonno Francesco Matarazzo. L’incontro tra lui e il nonno è descritto in maniera commovente nel libro “Vite da leoni”, dove viene descritto l'importante legame che ebbe con Arturo Osio, creatore e fondatore della Banca Nazionale del Lavoro. Ad Arturo Osio vanno riferite le prime fondamentali esperienze fatte da Sforza Ruspoli nel mondo della grande finanza. All’età di 24 anni entrò a far parte del Comitato Esecutivo della Banca Romana presieduta da Osio. Sforza Ruspoli si sposò nel novembre del 1946 con Domitilla dei duchi Salviati da cui nacquero le due figlie, Claudia e Giada. Fu proprio successivamente al matrimonio con Domitilla Salviati che andò a lavorare in Brasile per allevare bestiame. Il 1951 segnò l’inizio dell’ attività politica di Sforza Ruspoli che è stato tra i fondatori dell’MSI-Movimento Sociale Italiano, con la tessera n.9 del MSI, presieduto allora dal Principe Junio Valerio Borghese suo grande amico. Fu lo stesso Sforza Ruspoli a spiegare in un’intervista che la sua adesione “da indipendente” al Movimento Sociale Italiano era stata soprattutto motivata dal dover onorare i vinti, persone come suo padre e altri suoi familiari che hanno combattuto per l’onore della Patria pur sapendo che la guerra era ormai persa. Nel 1956 fondò i Centri di Azione Agraria, un movimento apartitico e interclassista per la difesa dell’agricoltura e della civiltà contadina. Riteneva che il modello di sviluppo voluto dalla grande industria che comportò l’emigrazione di massa dalle campagne del sud verso il nord, fosse gravemente antiagricolo. Fu un periodo rivoluzionario per Ruspoli che con la sua notevole carica operativa, seppe chiamare le folle raccogliendo il plauso della povera gente non irreggimentata nei partiti che si sentiva tradita e abbandonata. L’azione dei Centri che sono stati citati finanche nel memoriale compilato da Aldo Moro durante la sua tragica prigionia, causò non pochi grattacapi alle autorità governative. Si racconta che Pietro Nenni piuttosto allarmato, si chiese in un dibattito parlamentare “Ma questo Ruspoli cosa vuole?”. Va detto che la battaglia di Ruspoli per restituire centralità all’agricoltura non si è mai fermata, Sforza de
finito “Principe Contadino” fu sempre in prima linea nelle manifestazioni di piazza che si susseguirono negli anni, a Milano nel 61, dove negli scontri riportò una grave contusione cranica nonché a Reggio Calabria nel quartiere Sbarre, il culmine della rivolta fu al grido di “Boia chi molla” e fu repressa dall'esercito.Nel 1994 Ruspoli proseguì la sua campagna meridionalista a favore del mondo rurale presentando alle elezioni regionali la lista “Vento del Sud. Invito alla rivolta. Viva Zapata”. Nel 2002 è sceso in piazza con Bovè, capo della rivolta degli agricoltori francesi. Capeggiarono entrambi il corteo dei no global a Roma. Promosse a Roma il convegno dei Centri di Azione Agraria per ribadire che l’Agricoltura è la spina dorsale dell’economia. Al 15 ottobre 1983 risalgono le nozze di Sforza Ruspoli, a Vignanello, con l’attrice Maria Pia Giancaro, la bella moglie che gli è stata accanto con amore fino alla fine. Dall’unione è nata Giacinta, stesso nome della Santa di famiglia.

LA COSTRUZIONE DELLA FRAZIONE DI CERENOVA

Con il finanziamento del Banco di Santo Spirito, Sforza Ruspoli ha costruito la Frazione di Cerenova Costantica del Comune di Cerveteri, tra la Via Aurelia e la Ferrovia Roma-Civitavecchia. Seimila abitanti, la costruzione della grande Chiesa dedicata a San Francesco e la costruzione della Stazione ferroviaria Marina di Cerveteri. Per tutta la sua vita grazie alla sua costanza, alla sua passione verso il Casato, si è sempre preso cura delle sue dimore storiche di Cerveteri e di Vignanello, che furono antiche Roccaforti in difesa dello Stato Pontificio. Queste residenze vengono utilizzate per incontri di carattere culturale, diplomatici ed eventi. A Vignanello riceve la visita anche di Margaret Thatcher e più volte a Cerveteri venne la Principessa Margaret, nel ricordo di molti anni prima quando all'età di diciannove anni partecipò ad una ristrettissima cena danzante a Palazzo Colonna in onore dell'allora giovanissima Elisabetta. Grazie alla straordinaria lucidità della sua mente e del suo coraggio, fino alla fine, continuò a combattere contro ogni forma d'illegalità .
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