CIVITAVECCHIA - Il Comitato usi civici commenta le recenti dichiarazioni dell'Università agraria di Civitavecchia riguardo i due provvedimenti del Tribunale di Civitavecchia.

"Il Tribunale di Civitavecchia - dicono - ha emesso due provvedimenti. Il primo del Presidente Francesco Vigorito rigetta il ricorso presentato il 01.08.2022 da alcuni soci dell’UAC che richiedevano di nominare un Curatore speciale per procedere nel più breve tempo possibile alle elezioni. I motivi del rigetto sono : “ al momento della proposizione in questo procedimento della Università la consigliera Damiria Delmirani aveva poteri rappresentativi in forza della deliberazione del 15.09.2022 del Consiglio di Amministrazione che, sulla base di quanto in atti, non risulta essere stata impugnata”. Cioè secondo il Presidente i soci ricorrenti con il dono della preveggenza avrebbero dovuto impugnare il primo agosto una delibera emessa dal CdA dell’agraria il 15 settembre, il giorno prima dell’udienza processuale! Per questo si conclude “ deve riconoscersi la regolare rappresentanza processuale della Università agraria di Civitavecchia così come costituita”, intendendo evidentemente che l’efficacia della sentenza è esclusivamente nell’ambito del procedimento stesso. Quindi questa sentenza non risolve il problema della legittimità della rappresentanza di Damiria Delmirani in altri contesti in quanto il Tribunale nulla dice in merito all’efficacia delle delibere “autoproclamative”. Permarrà perciò ad esempio il blocco delle conciliazioni con tutte le disastrose problematiche sui cittadini, in quanto il Commissario agli usi civici continuerà a non riconoscere la attuale rappresentanza dell’agraria".

Riguardo il secondo provvedimento, emesso dal giudice Daniele Sodani, invece "respinge la richiesta di sospensione, presentata al tribunale dagli stessi soci di cui sopra, delle delibere 7,8,9 e 10 emesse dal CdA dell’agraria il 27.07.2022. I motivi del rigetto, dice testualmente il provvedimento del giudice, sono dovuti al fatto che tali delibere sono “di per sé non lesivi di un diritto proprio del socio” e precisa “ non contenendo alcuna delibera di attribuzione dei poteri e delle competenze di cui all’art. 11 dello Statuto in favore di Damiria Delmirani”. Peccato che la delibera numero 9 “ Disciplina dell’ipotesi di impedimento temporaneo del Presidente” riguardi proprio la modifica dello statuto per concedere al CdA la facoltà di nominare un Presidente facente funzioni e assegnare a Damiria Delmirani esattamente i poteri del Presidente, di cui all’art. 11. Questi due provvedimenti respingono i ricorsi e permettono allo sparuto drappello di amministratori rimasti, di continuare in questa gestione oltre la scadenza del mandato avvenuta nell’aprile 2020, con uno statuto che non rispetta il codice civile ( in quanto privo dell’assemblea dei soci e di ogni forma di controllo quali i probiviri ed i revisori dei conti) , con un CdA inesistente in quanto composto di soli 5 membri su 11 da quando il Presidente De Paolis è stato interdetto dai pubblici uffici nel marzo 2022, con un consuntivo di bilancio 2021, presentato in ritardo nel settembre 2022, che resta in positivo grazie all’importo del plusvalore delle obbligazioni svincolate che viene utilizzato nella spesa corrente invece di essere reinvestito a favore della cittadinanza, come previsto dalle norme di legge. Non si capisce però l’esultanza degli amministratori dell’agraria sulla stampa perché è vero che possono continuare indisturbati a tenere in vita un’associazione che evidentemente hanno interesse a mantenere così, ma purtroppo continueranno a causare ai soci e ai cittadini solo danni con una gestione dei beni collettivi disastrosa, con il blocco delle conciliazioni e con l’imposizione di perizie palesemente errate, come dimostrato da tutta la serie di processi vinti dai ricorrenti contro l’agraria e dalle ancora più numerose perizie emesse dai periti del giudice".

Il Comitato conclude con un "ultimo invito a certi piccoli politici locali, ignavi ed a volte interessati, a guardare agli esiti elettorali e a interrogarsi su quali siano i motivi che fanno perdere di credibilità la loro parte politica spingendo così gli elettori verso altre scelte ; non è difficile l’analisi e potrà portare a intraprendere per il futuro una strada più accorta. Avremmo certo preferito un esito dei ricorsi diverso, tale da portare a regolari elezioni subito e a una gestione dell’Ente più consona ad una società civile del terzo millennio invece che continuare a vedere i nostri concittadini tristemente vessati. Non è stato così, ne prendiamo atto e ne faremo tesoro per il prossimo futuro".

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