MONTALTO DI CASTRO - Terzo progetto per la realizzazione di un parco eolico off shore per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Dopo i due previsti a Civitavecchia (ci sono in ballo le 86 torri della Avenhexicon Sardinia North East e i 72 pali della Poseidon Wind Energy), nel giro di due mesi la proposta arriva anche per Montalto di Castro: trentaquattro pali alti 80 metri e con le basi galleggianti di accumulo e trasporto energia via cavo per una potenza stimata di 504 megawatt, da localizzarsi nello specchio di mare in corrispondenza del comune di Montalto di Castro, nel golfo di Civitavecchia, a circa 6 -7 km dalla costa, davanti al segmento di litorale che va dalla centrale elettrica Alessandro Volta dell’Enel alla foce del Fiora, ricadendo interamente nei limiti di competenza della Capitaneria di Porto di Civitavecchia.

Un mega progetto, MoDiCa, che dovrebbe occupare una superficie di mare pari ad un milione e 500mila metri quadrati, secondo quanto presentato dalla Regolo Rinnovabili srl alle istituzioni competenti: Ministero delle Infrastrutture, Capitaneria di Porto di Civitavecchia, Autorità di sistema portuale e del Mar Tirreno Centro settentrionale, Ministero della transizione ecologica e Ministero delle Politiche agricole e forestali.

Un bosco di alberi rotanti in mezzo al mare che rischia di trasformare ulteriormente il territorio costiero come il più compromesso d’Italia, se si considerano i tanti chilometri quadrati di terreni già occupati dai pannelli fotovoltaici e sottratti all’agricoltura e le due servitù energetiche delle centrali Enel di Civitavecchia e Montalto di Castro.

In totale, sul mare costiero rischiano di essere presenti ben 192 pale eoliche alte 80 metri.

Il parco eolico proposto dalla Regolo Rinnovabili srl si dovrebbe comporre di 34 aerogeneratori, posti in mare ad una distanza di circa 21 Km dall’isola di Giannutri, 19 Km dalla Punta Avoltore e 8 Km dal punto di approdo previsto nel comune di Montalto di Castro. In merito ai cavidotti, quattro tratti serviranno per collegare le due sottostazioni offshore flottanti fino al punto di giunzione a terra (Buca Giunti e stazione di sezionamento posti oltre il limite di proprietà demaniale) ed in uscita da questi ultimi è previsto un ulteriore cavidotto alloggiato in trincea. Il cavo che trasporta l’energia arriverebbe sulla terraferma in un piccolo tratto di costa dove si trova una spiaggia libera.

Oltre all’Autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio, il cui iter è in corso, la Regolo Rinnovabili srl, con sede legale a Milano, ha anche richiesto per il nuovo impianto una concessione demaniale marittima e degli specchi acquei interessati trentennale. Impianto che occuperà quasi 2 milioni di metri quadri oltre il limite delle acque territoriali, 70mila metri quadri entro il limite delle acque territoriali e 192 metri quadri a terra.

La scelta della traiettoria del corridoio sarebbe basata sulla valutazione delle aree di rilevanza ambientale, per limitarne quanto più possibile eventuali interferenze.

Tutta la documentazione relativa all'iter avviato per il progetto della Regolo Rinnovabili resterà disponibile, per la consultazione, per i prossimi 20 giorni, data entro la quale sarà possibile presentare osservazioni all’opera.

Appena pubblicata la documentazione, il Comune di Tarquinia ha subito fatto sapere che si opporrà in tutte le sedi possibili, a cominciare dal Tar.