BAGNOREGIO - Torna a Bagnoregio La parola che non muore: oggi e domani due giorni di incontri e progetti all’auditorium Taborra. Il festival ideato e diretto da Massimo Arcangeli avrà alcuni appuntamenti anche a Montefiascone nella giornata di domenica.


Il progetto e la manifestazione hanno sempre avuto come obiettivi prioritari il coinvolgimento degli studenti e degli insegnanti delle scuole delle aree coinvolte, la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e urbanistico del territorio, la comprensione dei luoghi individuati per approfondirne la conoscenza, due componenti da sviluppare, le politiche d’inclusione, le collaborazioni, le contaminazioni e gli scambi di competenze tra i diversi operatori culturali (pubblici e privati) per una valorizzazione delle ricchezze e delle risorse locali. Tra le attività proposte negli anni: conferenze, incontri, staffette letterarie, letture ad alta voce, collegamenti video in diretta, laboratori e seminari pensati espressamente per le scuole e le università, performance artistiche e spettacoli teatrali e musicali, destinati al largo pubblico, in cui le arti potesse incontrarsi con le lingue e i linguaggi, eventi da realizzare presso punti di ristorazione. Altri eventi culturali rivolti o dedicati ai giovani hanno riguardato le culture e le pratiche comunicative con riferimento ai loro linguaggi e alle loro interfacce, a Internet e ai social network e alle nuove forme di identificazione e di esclusione che stanno generando (anche con l’obiettivo di lavorare per un modello di comunicazione quasi-mediata con cui gestire le aggressioni verbali e di contribuire alla costruzione di buone pratiche per l’interazione a distanza). L’edizione del 2022 prevede iniziative quali “l’alfabeto dell’inclusione”. Un workshop rivolto alla scuola secondaria di primo grado che vuol essere un’esplorazione dei nuovi immaginari della contemporaneità per la ricodificazione “inclusiva” di alcune parole di suo corrente, al fine di potersi orientare consapevolmente e responsabilmente verso modi convergenti di stare nel mondo.


Ci sarà poi “le parole per dire pace in tutte le lingue del mondo”.