ALESSIO ALESSI

A Manchester non basta una prova stoica per tornare in Italia con la cintura mondiale IBO dei pesi superpiuma ancora alla vita.

Nella notte inglese Michael Magnesi, alle prese con una costola rotta per ben dieci riprese, fa comunque il suo match, parte all’attacco e mette colpi dalla corta distanza; un corpo a corpo che Anthony Cacace spesso evita, legando per tutta la durata della contesa.

Il nordirlandese, a sua volta, va a segno in qualche occasione, senza mai essere troppo pericoloso però, colpi che a fine match lo premiano col titolo dell’International Boxing Organization.

Restano tanti dubbi su quello che è sembrato a molti addetti ai lavori un verdetto casaligo; di parere contrario due dei tre giudici, i quali hanno visto Cacace vincitore e nuovo campione del mondo per la sigla IBO.

Al termine dei dodici round l’inglese Steve Gray ha dato la preferenza al pugile di Belfast per 116-112, a fargli eco il canadese Benoit Roussel con un 117-113, di opinione contraria il polacco Pawel Kardyni, che ha assegnato la vittoria a Magnesi per 116-112.

«È stata una brutta esperienza». Così Michael Magnesi riassume la trasferta di Manchester.

«Se avessimo combattuto in campo neutro sono sicuro che avrei vinto di circa tre punti sui cartellini e il verdetto del polacco ne è testimonianza. A valutare il match era presente un giudice inglese ma non un italiano; non la trovo una scelta giusta che rende onore ai sani principi d’imparzialità dello sport. Fra le altre cose l’arbitro era di Manchester e ha incitato l’irlandese per tutto l’incontro, non facendogli mai un richiamo ufficiale nonostante abbia legato al limite del regolamento per l’intera contesa; insomma, a Cacace hanno riservato un trattamento di favore. Nonostante tutto ho provato a fare il mio match, accorciando la distanza e mettendo qualche colpo, purtroppo ho dovuto fare i conti col la rottura di una costola che a tratti mi ha lasciato senza respiro; è stato molto difficile portare combinazioni e spesso, non potendo respirare bene, mi sono dovuto accontentare di portare combinazioni da non più di due colpi. Cacace è stato intelligente, ma quello che ha fatto, se non avesse combattuto nel Regno Unito, non gli sarebbe certo bastato per strapparmi il titolo Mondiale. Ora faremo ricorso e chiederemo la rivincita. Mi riprenderò la mia corona».

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