LADISPOLI – Era finito in coma dopo essere stato preso a mazzate e martellate, ma le sue condizioni sono date in miglioramento dai sanitari del Policlinico Gemelli che hanno sciolto la prognosi sul 32enne di origini romene. Se la caverà con almeno 40 giorni, questo il bollettino.


Assieme ad un parente, 43enne e un amico di 30, erano stati ricoverati tutti al Gemelli in seguito alle lesioni gravi riportare nel pestaggio avvenuto domenica 11 settembre in via Glasgow a Ladispoli, nel quartiere residenziale del Cerreto. Una violenta zuffa che ha sconvolto l’intera comunità ladispolana, soprattutto per le modalità cruente durante il rinfresco di un battesimo di una bambina.


LE INDAGINI
Gli agenti del commissariato di via Vilnius, diretti dal dirigente vicequestore, Federico Zaccaria, erano intervenuti praticamente subito. I componenti del branco, connazionali, si erano dileguati nel tentativo di far perdere le proprie tracce ma le volanti della polizia di stato li hanno raggiunti. Tre le persone denunciate e si tratta di fratelli: 28, 31 e 34 anni. Avevano pure tentato una inutile fuga rifugiandosi dal padre e provando a disfarsi dei vestiti ancora sporchi di sangue ma ora si dovranno difendere dall’accusa di tentato omicidio, almeno con questo tipo di reato era stato aperto il fascicolo dalla magistratura di Civitavecchia.


Gli investigatori ladispolani, in sinergia con la polizia scientifica di Roma, molto probabilmente anche con le testimonianza del 32enne uscito dal coma, così come con il racconto degli altri feriti, potranno ricostruire per intero l’accaduto, basandosi anche sui filmati degli impianti di videosorveglianza della zona. Dalle modalità è sembrata una sorta di spedizione punitiva. I fratelli si sono presentati armati di spranghe, bastoni e un martello forse per situazioni pregresse non risolte tra di loro. Ma saranno ovviamente gli inquirenti a fare luce su tutto. Il giorno dopo erano ben visibili ancora le tracce di sangue sul marciapiede e in mezzo alla strada.


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