VITERBO - Tre telefonate con uno dei due presunti killer la sera prima del delitto e poi, una chiamata senza risposta il giorno dopo l’omicidio. La cognata di Salvatore Bramucci, Sabrina Bacchio, sorella della moglie, finisce così nell’inchiesta sul delitto del 58enne, ucciso a Soriano nel Cimino lo scorso 7 agosto.

Intorno a questa circostanza si stanno concentrando le indagini dei carabinieri. E’ lo stesso gip che ha firmato l’ordinanza, Rita Cialoni, a sottolineare questo aspetto «da non sottovalutare e ulteriormente approfondire». Tra Bramucci e la cognata in passato vi erano stati dissapori.

Il 58enne a marzo del 2013 l’aveva denunciata per furto. Secondo quanto riportato nella carte dell’inchiesta nelle date del 4 e 7 agosto scorse si registrano contatti tra Tonino Bacci, in carcere da martedì insieme a Lucio La Pietra per l’omicidio, e Sabrina Bacchio. «Invero, la sera del 6 agosto, giorno prima del delitto Bacchio e Bacci si contattano telefonicamente ben tre volte e dopo la mezzanotte del giorno dell’omicidio vi è una chiamata vi è una chiamata senza risposta da parte di Bacchio verso Bacci».

Secondo gli investigatori potrebbero essere stati Sabrina Bacchio e il suo compagno, il 32enne Constantin Dan Pomirleanu, ad aver introdotto il gruppo omicida nelle abitudini familiari di Bramucci.

Al di là delle carte dell’inchiesta, il fatto che tra Sabrina Bacchio e Tonino Bacci ci siano stati dei rapporti di conoscenza è testimoniato anche dalle foto postate dall’uomo sul suo profilo social che lo ritraggono con lei e il suo compagno intorno a una tavola. Dalle intercettazioni è emerso anche che Tonino Bacci era pronto a partire per la Germania. In merito ai tempi di permanenza oltre confine, il gip parla di un lasso temporale delimitato di circa 15 giorni, tale da non apparire funzionale a una fuga.

Presunzione di innocenza

Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.