MAX VISMARA

VITERBO - Arrestati i due presunti assassini di Salvatore Bramucci, il 58enne freddato lo scorso 7 agosto a Soriano nel Cimino. Si tratta di due romani di 48 anni, L.L.P e T.B. le loro iniziali. Sono state le immagini di decine di telecamere a inchiodare i due. Una paziente e minuziosa ricostruzione che i carabinieri del nucleo investigativo di Viterbo hanno fatto, mettendo insieme le immagini di numerose telecamere sparse sul territorio intorno alla strada dove Bramucci fu ritrovato a bordo della sua auto crivellato al volto e alla spalla da sei colpi di arma da fuoco.

La ferocia e la freddezza con cui la vittima era stata giustiziata fecero capire immediatamente agli investigatori che si trovavano di fronte ad una vera e propria esecuzione, probabilmente pianificata da giorni. Un’ipotesi confermata durante la conferenza stampa che si è tenuta in Procura a Viterbo ieri mattina. Presenti il procuratore capo Paolo Auriemma, il pm Massimiliano Siddi, il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Massimo Friano, il comandante del nucleo investigativo, Marcello Egidio e il comandante di compagnia, Felice Bucalo.

“Siamo in una fase iniziale delle indagini che ha portato a individuare due persone, gravate da gravi indizi di colpevolezza tali per cui il gip ha ritenuto di firmale le misure cautelari - ha spiegato il procuratore Paolo Auriemma – La loro individuazione è avvenuta grazie ad una puntuale opera di ricostruzione dei loro movimenti, attraverso controlli dei percorsi che hanno fatto e che li collocherebbe sul luogo del delitto non solo il giorno della morte di Bramucci ma anche nei giorni precedenti”. E sarebbero proprio le immagini della videosorveglianza a immortalare la presenza sul luogo dell’agguato dei due 48enni romani sia il giorno del delitto che nei giorni precedenti.

Le visite a più riprese intorno alla casa di Bramucci farebbero pensare ad una serie di sopralluoghi fatti per conoscere le abitudini della vittima. I filmati mostrano una Smart bianca con a bordo il solo conducente e una Alfa Romeo grigia che trasporta due persone nella zona in cui si è consumato il delitto. Una delle due vetture risulta rubata nei giorni antecedenti all’omicidio.

Ad aggravare ulteriormente la posizione degli indagati che da martedì sera si trovano nel carcere di Mammagialla, le perquisizioni fatte nelle loro abitazioni. Da queste sarebbero emersi dei particolari che li collegano chiaramente a Bramucci. Insieme ai due arrestati, ci sono altri tre indagati originari delle zone di Guidonia e Torre di Nona. Tutti rispondere a vario titolo di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e di ricettazione.
I due 48enne arrestati “non hanno dei precedenti specifici – ha sottolineato il pm Massimiliano Siddi - ma hanno un preciso profilo criminale”.

“Le indagini non si sono mai fermate – ha precisato il comandante del nucleo investigativo Marcello Egidio - I tempi tra l’omicidio e le prime misure cautelari sono stati brevi, ma ora proseguiamo perché occorre valutare altre posizioni e altre possibili responsabilità”.

“Dal lavoro che ho fatto in questi miei primi giorni a Viterbo emergono delle considerazioni che voglio esprimere – ha detto il neo comandante provinciale dei carabinieri, Massimo Friano – prendendo spunto dalle parole del procuratore, voglio sottolineare il lavoro di squadra fatto in questo mese di intensissimo confronto tra tutti i reparti del comando provinciale a partire dal nucleo investigativo. E’ stato un lavoro continuo di assemblaggio delle varie ipotesi investigative. Un lavoro esaltato anche dai reparti operativi dell’Arma che sono stati determinanti per portare a termine la fase operativa dell’attività anche in quartieri complessi della Capitale. Un’attività - ha concluso Friano - che attraverso la sinergia di tutti i reparti ci ha portato ad individuare quelle immagini che sono state determinanti per il raggiungimento di questo primo risultato”.

Primo risultato perché le indagini, come detto, proseguono per sciogliere gli ultimi interrogativi quali il movente e per accertare eventuali altre responsabilità.

Presunzione di innocenza
Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale.Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.

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