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OMARZO – Mai si era assistito ad una faccenda tanto brutta alla vigilia del Palio. Che, sì, negli anni non ha mancato di suscitare polemiche e critiche, ma più sul piano della competizione tra le cinque contrade del paese, non certamente sotto il profilo giudiziario. “Il nostro prossimo passo sarà rivolgerci all’autorità giudiziaria per fare chiarezza sull’intera vicenda”.


A dirlo a chiare lettere è il presidente della Pro loco, Angelo Ceccolongo, che torna sulla spinosa questione del Palio straordinario annunciato dal sindaco Perniconi ed in programma per il prossimo 11 settembre. Ceccolongo, in particolare, intende chiarire ai cittadini i contorni della complicatissima faccenda, ritenendo che la Pro loco sia stata “defraudata di una manifestazione che ha reso Bomarzo famosa in tutta la provincia ed anche fuori regione, per interessi economici dalle circostanze poco chiare”.


Come anticipato su queste colonne nei giorni scorsi, ad occuparsi dell’organizzazione dell’evento è sempre stata la Pro loco, che lo ideò nel 1986; mentre sin dal 1978 cura la “sagra del Biscotto”, dolce tipico sfornato in occasione della festa del patrono Sant'Anselmo, che cade il 25 aprile. Ceccolongo spiega di non aver mai ricevuto riconoscimenti economici dal Comune. “Solo dopo 15 anni – afferma - abbiamo iniziato a ricevere qualche contributo, sempre rendicontato, mantenendo però la titolarità nell’organizzazione delle due manifestazioni. Quest’anno non si sa bene perché – aggiunge - l’amministrazione si è messa di traverso ad una tradizione quarantennale ed ha voluto indire un palio straordinario che, a ben vedere, di straordinario non ha nulla essendo alla prima edizione ed utilizzando i colori, gli spazi e le modalità del Palio di Sant’Anselmo, che si tiene il 25 aprile”.


Il presidente della Pro loco precisa anche che il sindaco aveva assunto altri impegni “ringraziando il lavoro svolto dalla Pro loco per l’ottimo lavoro di risanamento dei conti” ed auspicando “una fattiva collaborazione con il Comune per tutte le manifestazioni finalizzate alla promozione del territorio e ad aumentare il flusso turistico”. Dopo il Palio del 2019, infatti, “abbiamo dovuto ripianare una situazione economica disastrosa, dovuta alla gestione poco chiara dei precedenti presidenti, che ci ha obbligato a mettere dei soldi di tasca nostra pur di ripartire”.


Insomma, nel precisare che “la Proloco è assolutamente apartitica e tutto ciò che viene fatto è nel bene esclusivo del paese”, Ceccolongo ritiene che ci siano circostanze da chiarire e per questo “ci rivolgeremo all'autorità giudiziaria”.



red.cro.