CIVITAVECCHIA - È ancora una stazione a mezzo servizio quella che si presenta oggi davanti ai viaggiatori. A circa un mese e mezzo dal crollo di parte del cornicione del corpo centrale della stazione ferroviaria - avvenuto nella tarda mattinata del 10 luglio scorso quando solo per un caso fortuito, e data l’ora, rimase leggermente ferita soltanto una turista - la situazione non è ancora tornata alla normalità. Ed i tempi non sembrano essere così brevi.

L’area infatti è tutt’ora posta sotto sequestro da parte della magistratura: dietro le recinzioni ancora i resti di quanto caduto. Tutto fermo su questo fronte, in attesi dei prossimi passi da parte sul fronte giudiziario. A quanto pare, infatti, Rfi avrebbe chiesto di poter effettuare un incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta per accertare le cause del crollo e verificare eventuali responsabilità. Ma da un lato i tempi tecnici, dall’altro la pausa estiva, fatto sta che ancora non sono stati eseguiti questi accertamenti, e quindi tutto è rimasto inagibile e sotto sequestro.

Il piazzale resta off-limits per i mezzi che non siano quelli autorizzati: da via Santa Fermina, infatti è impossibile imboccare viale della Repubblica se non per gli autobus del Tpl, Ncc, taxi e bus a servizio dei crocieristi, oltre ai mezzi di soccorso. Questo significa, anche, una minore clientela per chi, non senza difficoltà, ha potuto riaprire il bar, nei locali messi a disposizione dalle ferrovie, dove prima era ospitata la farmacia comunale. Niente edicola, considerati gli spazi più stretti, e finalmente da venerdì sono attive le biglietterie automatiche. Restano i disagi per chi arriva per la prima volta in stazione e deve districarsi tra transenne e divieti, per chi lavora nella zona e anche per i tantissimi pendolari che quotidianamente si servono dell’infrastruttura. La speranza è che, con l’inizio di settembre, la questione possa subìre un’accelerazione tale da poter procedere poi con la messa in sicurezza ed il ripristino completo della struttura.

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