CIVITAVECCHIA - Cosa si vedrà dalle navi in movimento al largo di Civitavecchia, una volta installate le pale eoliche nell’ambito del progetto di eolico offshore a 20 km dalle coste, presentato dalla Tyrrhenian Wind Energy, sostenuto tra l’altro dalla Regione Lazio, Comune, associazioni ambientaliste e sindacati? Se l’è chiesto, qualche settimana fa, la Soprintendenza Speciale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nell’esprime il proprio parere sul progetto, andando a prescrivere appunto al proponente di integrare “il repertorio fotografico ante e post opera, al fine di consentire la valutazione dell'impatto visivo dell'impianto con riferimento al patrimonio culturale e naturalistico presente....Le valutazioni dell'impatto percettivo dovranno prevedere, altresì, viste complessive dell'impianto dalle principali rotte navali dalle quali sarà visibile, dinamicamente, l'impianto in oggetto”.

Una richiesta giudicata anomala anche dalle associazioni ambientaliste, più che altro perché si tratterebbe del primo caso in assoluto. E evidentemente qualcuno se n’è accorto anche al Ministero, tanto che con una lettera la Soprintendenza è tornata sui propri passi, precisando che quanto richiesto “si configura quale mera indicazione di possibili aspetti oggetto di indagine e di approfondimento”. Dunque un’indicazione di massima e non una prescrizione vincolante ad un impianto rinnovabile come inizialmente previsto all’interno di un già lungo iter autorizzativo. Sarà finita qui?

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