SANTA MARINELLA – Si fa polemica sui social, anche per chi, impegnandosi a dare cibo ai gatti randagi, abbandona in strada o negli angoli più remoti della città, scarti di scatolette, piatti in plastica e buste non biodegradabili. Questa volta la voce degli internauti è rivolta a quelle “gattare” che cercando di tenere in vita i mici abbandonati, non hanno il senso civico di asportare il materiale arido dalla zona in cui prestano la loro opera. Una signora, peraltro molto educata ha spiegato che “Facendo una passeggiata con la mia cagnolina, mi sono imbattuta in una sorta di tavola sparecchiata dove c’erano scatolette per gatti vuote, piatti e altri rifiuti». «Va benissimo aiutare i gatti randagi -afferma la donna - sono la prima che si mette a fare volontariato e tanto altro, ma perché lasciare le scatolette lì in terra? Perché non aspettare che il gatto o i gatti in questione finiscano di mangiare per poi portare via la ciotola che si riempie di formiche? Non parlo senza sapere, perché volontariato di questo genere l'ho fatto e so di cosa si parla. Nelle colonie i gatti sono abituati che c'è sempre la stessa persona che li sfama e quella persona aspetta che finiscano per portarsi via il tutto. Non voglio fare polemiche, vorrei solo uscire di casa un giorno e trovare di fronte a me un paese pulito e civile».Particolarmente apprezzato il messaggio della signora, tanto che a rispondere, c’è anche un residente reduce da una trasferta in Asia sud orientale che fa sapere che “Riguardo al gettito di rifiuti – dice l’uomo - la penso come te, a Singapore, una cicca per terra, costa 300 euro mentre gettare una gomma da masticare è reato, qui da noi i governi non sono capaci di inasprire le sanzioni perché hanno troppa paura di perdere il consenso”. Al di la delle esternazioni più o meno condivisibili, è importante che, chiunque abbia contatti con le colonie feline o con l’aiuto agli animali randagi, rispetti i luoghi e si porti via il materiale da risulta dopo aver dato da mangiare ai gatti.

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