TARQUINIA – "L’appello dei commercianti tarquiniesi che arriva “nel vivo” de DiVino Etrusco porti questa amministrazione ad una servera autocritica: è necessario, immediatamente, fare un passo indietro su alcune scelte compiute e - ancor più - fare mea culpa e tornare ad un sano dialogo tra istituzioni e tessuto commerciale cittadino. Ma per Tarquinia, un modello di sviluppo economico, di accoglienza turistica, di promozione del proprio patrimonio esiste? Questa amministrazione ha dimostrato a più riprese che naviga a vista, senza porsi obiettivi a medio e lungo termine".

Il partito democratico torna ad attaccare l'amministrazione comunale di Tarquinia: "Il DiVino Etrusco è una manifestazione (tra le pochissime ormai rimaste) che sicuramente ha e deve continuare ad avere rilevanza, ma non si può ignorare cosa gli accade intorno: montagne di locali chiusi, in vendita o in affitto, commercianti scoraggiati che non vengono neppure coinvolti nell’organizzazione degli eventi, cittadini spaesati da una viabilità cervellotica per due settimane. E lo ripetiamo - ben vengano gli eventi del genere - ma Tarquinia non può reggersi unicamente su questo, qualcuno ha pensato a concertare le aperture delle attività commerciali? A riservare spazi per favorire il commercio all’aperto? Le attività ricettive sono state interpellate? Si è studiato un modo per promuovere le singole attività? In altri termini “si è andati oltre” la manifestazione in sé? La risposta è evidente. E questo è solo uno dei tasselli che compongono una “crisi” alla quale questa amministrazione ha indubbiamente contributo con una ZTL cervellotica ed un problema parcheggi che sta affrontando mettendoli a pagamento o con soluzioni-placebo dal dubbio gusto (come i parcheggi dell’ospedale). Può dirci - chi ci amministra - che visione ha di Tarquinia, e soprattutto come intende proporla?"

"Sono passati più di tre anni e il centro commerciale all’aperto tanto sbandierato in campagna elettorale sembra aver chiuso prima di aprire - continuano dal Pd -Se alcuni commercianti hanno dichiarato - e lo apprendiamo dalla stampa - che sono venuti a conoscenza di alcune iniziative di questi giorni solo leggendo le brochure, allora il problema è gravissimo. Fate qualcosa: subito un tavolo permanente con le associazioni di categoria per mettere nero su bianco un piano di sviluppo che abbia obiettivi e mezzi chiari, perché deve essere chiaro: ogni attività in difficoltà porta con sé persone e famiglie in difficoltà, oltre a rendere meno appetibile il marchio-Tarquinia. Programmazione dell’assetto urbano, piano dei parcheggi ed una viabilità pratica e comprensibile, promozione del comparto ricettivo, della ristorazione, del patrimonio artistico e culturale, creazione di nuovi eventi caratterizzanti ed una “rinfrescata” ai format già esistenti, incentivi seri all’apertura delle attività commerciali ed al rinnovo/sviluppo di quelle esistenti. Di progetti all’orizzonte non se ne vedono, ma è già molto, molto tardi»