FIUMICINO - Massimo Mannocci è un atleta da sempre ed emblema di come il nuoto faccia bene al fisico, alla mente e soprattutto renda viva e migliore la vita. Settantaseienne romano, vive a Fregene, è un ex professore di filosofia. E’ cresciuto a pane e nuoto fin dall’infanzia; in questi dieci giorni sfiderà gli altri partecipanti agli Europei Master di Nuoto, prima nelle acque libere di Ostia e poi tra le corsie di Roma, ma sempre con il sorriso sulle labbra, un ottimismo da fare invidia e una voglia di ringhiare ancora contagiosa.

Mannocci è un fiume in piena, da buon romano doc. Nato e vissuto a Trastevere, si è poi trasferito a Fregene, a pochi chilometri da Ostia: questo è il suo mare.

«Ho iniziato a nuotare a quattro anni: mi sono buttato nelle acque del Lago di Albano ed è come se non ne fossi mai uscito. Da giovane ho nuotato per la Lazio Nuoto. Mi sono fermato appena iscritto a Filosofia all’università e successivamente durante i primi anni di insegnamento. Ho ripreso, anche io e sempre con immutata passione, grazie ai master. Insegnavo ed allenavo: sveglia alle 4.00, allenamenti alle 5.00-5.30 e alle 8.00 pronto per entrare in classe. Questa è stata la mia routine fino alla pensione», dice in un’intervista alla Federnuoto. «Adesso è tutto più regolare, ovviamente e meno frenetico: disputo una quarantina di gare all’anno e mi alleno sei giorni alla settimana, perché uno lo lascio per riposarmi e soprattutto per stare con mia moglie che mi ha sempre supportato e sopportato». Il nuoto come elisir di vita per il professor Mannocci. «Ho 76 anni e mi sento la forza e l’energia di un ragazzino. Adesso si gareggia per divertirsi, più che per agonismo: certo nessuno ci tiene a fare brutta figura. Il segreto prima di una gara? Non sentire la pressione (non controllo mai l’ordine di partenza) e mangiare bene la sera precedente: io, in genere, mangio riso e verdure e in gara vado alla grande».

Foto di Andrea Staccioli / DBM