Roma - Nel 2021, se si considerano solo gli importi delle prestazioni al lordo dell’imposta personale sul reddito il 40% dei pensionati ha percepito un assegno pensionistico lordo inferiore ai 12.000 euro annui, meno di 1000 euro al mese. Una platea che però scende al 32% se si considerano gli importi maggiorati dalle integrazioni al minimo associate alle prestazioni, compresa l'indennità di accompagnamento e la quattordicesima mensilità. Complessivamente Al 31 dicembre 2021 i pensionati ammontano a circa 16 milioni, di cui 7,7 milioni maschi e 8,3 milioni femmine. Anche in questo casa si fa sentire il gender gap: nonostante le femmine rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), le donne percepiscono il 44% dei redditi pensionistici, ovvero 137 miliardi di euro contro i 175 miliardi dei maschi. L’importo medio mensile dei redditi percepiti dagli uomini è superiore a quello delle donne del 37%.


La corsa dell'inflazione che nel 2022 potrebbe toccare il +8% potrebbe costare all'Inps un aggravio di spesa pensionistica per il prossimo anno di 24 mld di euro. Una tendenza che potrebbe far segnare, sulla base dei dati al primo gennaio 2020 al netto della crisi da pandemia e della guerra, un disavanzo patrimoniale dell'Istituto di 92 miliardi. "Non esiste un problema di sostenibilità quanto piuttosto un alert che segnala come serva crescita economica e produttività per un sistema in equilibrio", spiegano gli economisti Inps.


"Crediamo che la tenuta occupazionale si possa ascrivere all’intervento del legislatore attraverso il sostegno alle imprese, seppur a costo di risorse straordinarie a carico della finanza pubblica. Ne è ulteriore indizio il fatto che l’intervento pubblico si sia sostituito al mercato nel momento di massima crisi ma altrettanto velocemente si sia ritirato senza che questo abbia prodotto la temuta esplosione dei licenziamenti ". Così il presidente Inps, Pasquale Tridico, presentando la XXI Relazione al Parlamento. E lo strumento principale utilizzato è attualmente la decontribuzione. "L’incidenza delle agevolazioni contributive sul totale dei contributi sociali nel 2021 è risalita in misura consistente, superando i 20 miliardi. Si tratta di un valore pari al 9,3% dei contributi sociali totali", annota ancora ricordando come "il blocco dei licenziamenti è stato progressivamente superato, senza che si registrassero per questo particolari concentrazioni o livelli inusuali" e come non si sia esaurito il ricorso alla Cassa Integrazione, "circa 3 milioni di beneficiari nel 2021 per un importo di circa 10 miliardi, cui andrebbero ad aggiungersi le giornate di malattia per covid e quarantene".