GIAMPIERO ROMITI

Non bastasse Caronte ad infiammare la scena politica, ci si è messo pure il “serafinismo” a renderla incandescente. E alla luce di quel che è accaduto e di cui ci occuperemo tra poco, detto appropriatissimo neologismo non è solamente la corrente di pensiero che ha stregato l’intera coalizione centrodestrorsa, ma pure un dominante centro di potere. Esagerazione ? Se si vuole pensarla così, chapeau. La realtà, tuttavia, è quella che è. Prendiamo ad esempio il settore ambientale. Ebbene lì il “serafinismo” impazza incontrastato: a ricoprire la carica di assessore si trova l’impercettibile (mai una determinatissima presa di posizione, solo dichiarazioni di facciata capaci di fare soltanto il solletico ai poteri forti) Manuel Magliani; quella di delegata all’Enel la “valchiria” (così chiamata da chi la conosce benissimo perché assai energica) Barbara La Rosa; l’altra di presidente del Cda dell’Osservatorio Ambientale Ivano Iacomelli, che del Serafini, gorgheggiano le gole profonde, è uno dei fidatissimi. Prendiamo poi il Polo Democratico, ovvero una delle solidissime basi sulle quali poggia l’intera maggioranza. A fare il bello e cattivo tempo ossia a dettare le regole su talune situazioni assai “particolari” (soprattutto l’affidamento della piattaforma del Pirgo ha sollevato un vespaio di proteste e ancora non è dato sapere se abbia i requisiti richiesti per essere aperta al pubblico) il leader della suddetta formazione , Mirko Mecozzi. In possesso della “pesantissima” delega al demanio, è diventato famoso per il suo “modus operandus” inaccettabile e comunque insindacabile perché straprotetto dal “dominus” Serafini. Aspetto tutt’altro che trascurabile, poi, lo stretto contatto che ci sarebbe tra lo stesso Serafini e il sindaco Tedesco che, oltre ad avere avuto il fortissimo (economicamente) imprenditore in qualità di finanziatore numero uno della sua vittoriosa kermesse amministrativa, risulterebbe essere (stando a quanto riportato dai media e mai smentito) anche inquilino e avvocato del suo stesso mecenate elettorale.

Fatta questa “ingombrante” premessa sul serafinismo, è arrivato pure il “caso” (bè, non si può definirlo altrimenti) del bando per la gestione del Parco “Yuri Spigarelli”, andata alla “Rga Group” il cui amministratore unico risulta il commercialista Alessandro Bizzarri mentre il socio unico ha deciso di schermare la propria identità con una società fiduciaria. A tal proposito una signora ha griffato la seguente email: “A me pare assurdo che chi deve gestire un bene pubblico, realizzato con la compensazione sulla nostra salute (tradotto: la riqualificazione dell’oasi verde è stata totalmente finanziata dall’Enel nel quadro del “risarcimento” per la riconversione a carbone di Tvn –ndr -), pensi di dover rimanere schermato. A parte la legittimità che sarebbe tutta da verificare, ritengo che sia un insulto alla città”. Altro messaggio, molto più articolato, evidenzia che : “ sussistono parecchi dubbi sul bando stilato dal Comune e dalla stazione appaltante. Il primo, decisamente inquietante ? A cosa serve nascondere i nomi dei reali vincitori dietro una fiduciaria ? Toccherà in ogni modo alla stessa stazione appaltante a svelarli, secondo le vigenti norme anti mafia. In secondo luogo appare paradossale che sia stato assegnato il parco al principale sostenitore economico del Primo Cittadino durante le elezioni di tre anni or sono. Da ultimo è davvero incomprensibile la presenza di un solo partecipante al bando, dato che in corso d’opera sono stati cambiati i criteri per competere, facendo così desistere tutti i candidati trovatisi improvvisamente in difetto per la chiara mancanza di credenziali”. Insomma una vicenda definita opaca. E seppure così non fosse, resta un mistero (peraltro buffo anzichenò) il ricorso alla copertura del nome del noto imprenditore (è sua la Rga Group assegnataria). Decisione davvero singolare oltreché ridicola: lo sanno difatti pure i sassi in quali (solidissimi) rapporti si trovi con l’establishment centrodestrorso che guida la città. E Il consueto “fondo” domenicale de La Provincia, “Il Diario”, ha trattato la chiacchieratissima vicenda con dovizia di particolari, impreziosendola con l’accattivante titolo: “Serafinismo all’ombra del parco”. Già, più ombra di così…

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