Don Ivan Leto*

Questa domenica, in cui la Chiesa celebra l’Ascensione di Gesù al cielo, ci viene fatto proclamare dalla liturgia il brano del vangelo di Luca 24,46-53. Luca è l’autore del Nuovo Testamento che dà maggior rilievo all’avvenimento dell’ascensione.

Nel vocabolario lucano, l’ascensione designa il destino ultimo di Cristo e di ogni cristiano. La morte di Gesù non è un salto nel vuoto, ma un transito, un passaggio verso la gloria. Affinché i discepoli capissero che egli aveva terminato la sua azione visibile sulla terra, in un determinato momento Gesù “salì al cielo”.

Conclusa l’ultima istruzione ai discepoli, Gesù si congeda. Nel cammino verso Betania, dall’alto del monte degli ulivi, li benedice e si allontana in direzione del cielo. Il senso stesso della parola “ascensione” ci riporta alla necessità di vivere la nostra vita maggiormente orientati alle cose del cielo.

“Ascendere”, rivolgersi verso l’alto, è ciò che un credente è chiamato a fare nella prassi quotidiana. Vivere con i piedi ben piantati a terra, ma con il cuore rivolto verso Dio è la prima, vera missione di un cristiano.

*Don Ivan Leto,


parroco di San Gordiano


Diocesi Civitavecchia - Tarquinia