In geometria, al termine delle dimostrazioni, si conclude scrivendo: “Come volevasi dimostrare”. Sulla vicenda Marina Yachting è accaduto lo stesso. Il sindaco Tedesco, proponente della delibera, è prigioniero della sua maggioranza a 13, che lui stesso ha determinato, e insieme alla Lega ha dovuto accettare la linea imposta da Daniele Perello e da Forza Italia. Il rinvio di 10 giorni, infatti, non ha altre spiegazioni: è stato chiesto ed ottenuto da D’Ottavio e Perello, che però non hanno potuto spingersi oltre, ottenendo così solo una vittoria di Pirro. Forse - andreottianamente potremmo sostenere che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca - il loro intento sarebbe stato quello di approvare la versione originaria dell’atto, senza l’emendamento proposto da Fabiana Attig (che verrà a sua volta emendato per il semplice motivo che Tedesco e i suoi non potrebbero certo consentire che passi una proposta - anche se giusta, come sostanzialmente sono stati costretti ad ammettere - griffata dalla Svolta o da Fratelli d’Italia).

Perello dovrà accontentarsi di discutere la delibera la prossima settimana, dopo cioè - ma sarà certamente una coincidenza - che domani in Regione dovrebbe essere definita, ci auguriamo positivamente per il mantenimento dei posti di lavoro, la vicenda dei licenziamenti di Port Mobility, grazie al buon senso di tutti, nel ripartire dall’accordo bocciato dai dipendenti, e senza alcuna “sgrullatina” invocata da qualcuno in cabina di regia.

Dopodiché, non si capisce cosa altro volessero ottenere gli attori della vicenda, rinviando il voto di 10 giorni, quando sarà presentato un atto quasi identico, con una dichiarazione che il dirigente competente del Pincio avrebbe avuto 5 mesi di tempo per firmare, da dicembre ad oggi, senza avere finora ritenuto che fosse necessario farlo.

Tedesco appare per quello che è: un sindaco prigioniero, non in grado di far approvare alla sua maggioranza neppure un atto a sua firma relativo al completamento di un progetto che faceva parte del suo programma elettorale e sarebbe stato sostenuto anche dall’opposizione, nell’interesse della città.

Prigioniero dei suoi, eppure pronto ad imbarcare mezza giunta e il segretario generale del Pincio in una visita al Procuratore della Repubblica per andare a parlare di pressioni della stampa. Ancora una volta, signor Sindaco, dove e quali sarebbero queste pressioni? La questione, con il senno di poi, ci pare ben diversa, per non dire opposta, a quella da lei prospettata, non si sa bene poi perché, al dottor Vardaro. Se aveva qualcosa di grave e reale da riferire, avrebbe dovuto farlo con una denuncia formale e circostanziata. Altrimenti un Sindaco e un Segretario Generale non si recano in Procura per il gusto di fare quattro chiacchiere.

Ma evidentemente, per restare alla felice intuizione di Giampiero Romiti, divenuta tanto cara al primo cittadino, a Civitavecchia succede anche questo.

L’altro elemento politicamente degno di nota, è la posizione assunta dal Pd, favorevole al progetto, ci mancherebbe, così afferma Marco Piendibene, ma anche al rinvio «per affrontare la questione dei diportisti civitavecchiesi» (non attinente alla delibera e che per inciso hanno già uno spazio dedicato per circa 60 barche, ndr), appoggiando così il traballante Tedesco e aiutandolo ad uscire dall’impasse con il rinvio senza dover spaccare ulteriormente la maggioranza, che di fronte ad una posizione unitaria dell’opposizione avrebbe avuto enormi difficoltà. Nel frattempo, c’è da approvare il bilancio. Ma siamo certi che tutto filerà liscio per il Sindaco Marchese?

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