TARQUINIA - Il giudice Paola Petti del tribunale di Civitavecchia ha respinto la richiesta di modifica della custodia cautelare, dal carcere ai domiciliari, presentata la settimana scorsa dai legali di Claudio Cesaris, l’ex tecnico dell’Università di Pavia accusato dell’omicidio del biologo marino Dario Angeletti, il docente dell’Università della Tuscia ucciso il 7 dicembre 2021 scorso con due colpi di pistola mentre si trovava in macchina al parcheggio delle Saline di Tarquinia.

Claudio Cesaris resta quindi ristretto presso il carcere di Rebibbia. I legali del pensionato, gli avvocati Alessandro De Federicis e Michele Passione, avevano depositato una istanza presso il tribunale di Civitavecchia per chiedere un allentamento della misura cautelare per incompatibilità tra la misura carceraria e le condizioni di salute di Cesaris, che soffre, tra l’altro, di una patologia coronarica.

L’ordinanza del gip ha invece recepito le osservazioni contenute nella memoria difensiva degli avvocati della famiglia Angeletti che si sono subito opposti alla richiesta di modifica della misura cautelare, avanzando una serie di argomentazioni legate ad una valutazione generale sull’aspetto relativo alla presenza di esigenze cautelari, alla gravità del fatto e alle modalità di esecuzione dell’evento “per il quale – spiega l’avvocato Rodolfo Bentivoglio della famiglia Angeletti - riteniamo che non sia possibile disporre una misura diversa rispetto a quella del carcere”.

Come si ricorderà, l’ex tecnico di laboratorio ha riferito agli inquirenti di aver sparato ad Angeletti in preda ad un raptus conseguito ad una frase pronunciata dal professor Angeletti al quale Cesaris avrebbe chiesto un passaggio dopo essere stato colto da malore. Mentre erano a bordo della Volvo di Angeletti nel parcheggio delle Saline di Tarquinia, Cesaris, secondo la versione da lui stesso fornita, avrebbe sparato due colpi di una pistola ricevuta da uno zio e non denunciata e della quale si sarebbe poi disfatto. Cesaris ha raccontato anche di aver sparato dopo aver sentito da Ageletti una frase offensiva nei confronti della ricercatrice della quale ancora era innamorato, nonostante la loro storia fosse finita da tempo. Gli inquirenti sono invece orientati su una ricostruzione dell’omicidio che prevede la premeditazione. Cesaris, probabilmente colto dalla gelosia per l’amicizia nata tra la ricercatrice e Angeletti, avrebbe pianificato l’omicidio. Ma saranno le risultanze delle trascrizioni su quanto contenuto nei telefoni e pc a dare un quadro ancora più chiaro di quanto accaduto.

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