LADISPOLI - Fornire un contributo preziosissimo ad anziani e disabili per non lasciarli nella solitudine. Aiutarli a fare la spesa, accompagnarli in farmacia o dal medico ma semplicemente anche ascoltare i loro bisogni. A Ladispoli entreranno a regime i primi beneficiari del Reddito di cittadinanza. Saranno in dieci al momento, e già nei prossimi giorni offriranno il loro contributo alle persone più fragili residenti in città garantendo almeno 8 ore settimanali, arrivando ad un massimo di 16. L’annuncio è arrivato da Palazzo Falcone dopo un’attesa troppo lunga. «Da quando Ladispoli è diventato Comune capofila del Distretto Socio Sanitario – spiega Luca Quintavalle, consigliere comunale e delegato ai Progetti di Pubblica Utilità - il meccanismo si è accelerato, finalmente i percettori di reddito saranno impiegati in progetti di pubblica utilità. Il primo, “CittAttiva”, questo il nome del progetto, partirà tra pochissimi giorni». Nel settore della cosiddetta assistenza domiciliare leggera, i soggetti arruolabili non avranno compiti medici, nel senso non si sostituiranno né ad infermieri e né a fisioterapisti. Comunque sarà importante la loro presenza nelle varie situazioni quotidiane per dare un grande conforto a chi ne ha veramente bisogno. «Dai primi di maggio – prosegue Quintavalle - saranno impiegati dieci percettori di reddito di cittadinanza in attività come servizio di assistenza domiciliare leggera, di accompagnamento e telefonia sociale ed altre attività finalizzate al sostegno ed all'inclusione sociale per persone che versano in condizioni di fragilità sociale, come anziani e disabili residenti a Ladispoli appositamente individuate dai servizi sociali comunali». La gestione ed il monitoraggio del Progetto Utile alla Collettività è stato affidato alla cooperativa sociale “Solidarietà” fino al 30 aprile 2023. Ha una durata biennale e prevede l’impiego in alternanza di altri percettori del Reddito di Cittadinanza che sottoscriveranno col Comune il Patto di Inclusione. Negli ultimi mesi si era registrata una frequenza di accessi maggiore all’Anagrafe soprattutto da parte dei cittadini stranieri per alcune variazioni pretese: cambi di residenza, modifiche dello stato di famiglia e separazioni. Con quale scopo? Semplice, secondo il sospetto del Comune: trasformarsi in un nucleo familiare autonomo, magari per restare nei parametri Isee idonei e ricevere il tanto agognato benefit del Governo.

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