CIVITAVECCHIA  Ancora una truffa ad opera di ignoti, ancora una volta una donna anziana presa di mira da gente senza scrupoli che non esita a passare sugli affetti più cari di una persona pur di mettere a segno il colpo. Quasi sempre la vittima viene “catturata” grazie all’inibizione dei telefoni, viene resa impotente, spremuta, messa alle strette nella maniera più becera. Se una donna di una certa età stravede per il nipote, è ovvio che le giornate le passa pensando a lui, a quel nipote che magari riesce a vedere solo una volta a settimana per poche ore. E allora anche le voci si confondono e se il telefono squilla, se qualcuno dall’altro capo del filo grida forte: «Nonna, sono nei guai, ho bisogno di soldi», la donna anziana abbocca, non si pone neppure il problema che possa trattarsi di un raggiro, tira fuori dai cassetti tutto ciò che ha e prova disperatamente a salvare quel nipote che non esiste. Sono le 11,30 di un normale martedì, il telefono di una 87enne squilla, lei risponde e subito una voce agitata rompe la tranquilla atmosfera che generalmente caratterizza le abitazioni in cui vivono le persone anziane. «Nonna, sono io, aiutami ti prego. Sono disperato: ho un grosso debito da saldare e mi stanno trattenendo in banca. Non dire niente a nessuno perché mi vergogno». L’apprensione per il nipote che vive a Roma è tanta e la donna scopre il fianco: «Ma sei Andrea? (Nome di fantasia) Certo che ti aiuto, dimmi come posso fare, ci sono io».

«Nonna, intanto ridammi il numero di mamma (la figlia dell’anziana) che sono agitato e non me lo ricordo. Ascolta: tra poco mando un mio amico fidatissimo a casa tua, dagli tutto quello che puoi».

Il truffatore ha colpito: conosce il posto, ora anche il numero della figlia della vittima e capisce che l’anziana ha abboccato. Il resto è un gioco da ragazzi. Un complice telefona alla figlia fingendosi un impiegato di una società elettrica intenzionato a controllare alcune bollette e la trattiene al cellulare per un’ora e mezza così da impedirle di avere contatti con l’anziana mamma e in questo modo il truffatore può agire indisturbato.

Presso l’abitazione della 87enne arriva puntuale uno dei malviventi, la donna non lo fa salire ma scende in strada a parlare con lui. Cinque piani di scale senza ascensore per consegnare a quello sconosciuto ben cinquemila euro. Ma non bastano. Lo sconosciuto chiede altri soldi. E la donna torna al quinto piano. Lo fa per altre quattro volte e consegna al truffatore prima altri cinquemila euro in contanti, poi ancora mille euro, poi i gioielli che aveva nella cassaforte. Solo la fede che porta al dito non l’ha consegnata. Addirittura nella busta con i gioielli c’era una scatola senza il bracciale corrispondete e il truffatore, spietato, le ha chiesto di tornare ancora una volta in casa per cercare quell’oggetto di valore. Non lo ha trovato, glielo ha riferito rammaricata. Come se niente fosse, indignato, il truffatore ha arraffato tutto e senza neppure salutare né ringraziare si è allontanato con il bottino.

Quando la donna ha riferito tutto alla figlia era ormai tardi: solo a quel punto si è scoperto che il nipote Andrea si trovava nel suo ufficio a Roma e che non aveva problemi di alcun tipo. Il caso è stato denunciato alla Polizia.