LADISPOLI – Le indagini, la ricostruzione dei carabinieri, anche con le testimonianze dei vicini di casa e con l’acquisizione delle telecamere del quartiere, ma soprattutto l’attesa davvero snervante per le condizioni delle persone rimaste gravemente ferite. Silvia Antoniozzi, la moglie accoltellata dal marito Fabrizio Angeloni, è stata giudicata stabile ma pur sempre in gravissime condizioni al San Camillo. Insomma, non è fuori pericolo. E il marito, intubato al Gemelli di Roma, avrebbe avuto un peggioramento nelle ultime ore ma non tale da reputarlo ancora in pericolo. La figlia, di 16 anni, è invece sempre al Bambino Gesù di Palidoro avrebbe mostrato i primi segni di miglioramento, seppur lievi.

I carabinieri di Civitavecchia dovranno aspettare che migliorino le loro condizioni per poter chiudere il quadro investigativo. Al momento, riguardo al grave fatto di giovedì scorso avvenuto in via Milano a Ladispoli, ci sono appunto le testimonianze degli altri inquilini della palazzina sopra al Centro anziani e poi le stesse parole che avrebbe pronunciato la minorenne ferita e insanguinata all’arrivo dei soccorritori del 118 e dei militari: «È stato papà, voleva ucciderci», sono le sue parole prima di crollare sulle scale interne al condominio.

La dinamica, su cui ha espresso perplessità Serena Gasperini, legale di Angeloni, non dovrebbe essere messa in discussione dagli inquirenti. E cioè, l’uomo è entrato in casa facendosi aprire e al termine di una lite con la moglie è andato in cucina, ha preso un coltello, non di quelli seghettati, e l’ha centrata con tre fendenti colpendo poi la figlia e cercando di uccidersi. Non accettava la fine della relazione: questo il movente che ha spinto Angeloni al tentato duplice omicidio aggravato, questa l’ipotesi di reato nei suoi confronti. Il gip di Civitavecchia ha convalidato l’arresto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA