LADISPOLI – Non accettava la fine della relazione e ha dato vita ad un’alba di terrore e sangue. Prima le coltellate alla moglie, ben tre al torace, poi si è scagliato anche contro la figlia centrandola al fianco sempre con lo stesso coltello da cucina, e infine, nel tentativo di farla finita, si è colpito all’addome.

Il dramma familiare si è consumato in via Milano, nel quartiere Caere Vetus, in un appartamento che sta sopra al centro per la terza età.

I pensionati della struttura appena arrivati al mattino si sono trovati di fronte a scene da film tra eliambulanze, mezzi del 118, carabinieri, vigili del fuoco e gente in strada.

È in fin di vita la moglie, elitrasportata al San Camillo. Ha subito lesioni agli organi interni: è stata operata da un chirurgo d'urgenza, uno toracico e un cardio chirurgo anche se le sue condizioni restano gravissime, come spiegato in una nota anche dall’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. La figlia si trova al Bambino Gesù di Palidoro ed è stata sottoposta ad un intervento chirurgico nel pomeriggio di ieri, è stata ferita anche ad un polmone dalla lama. La prognosi resta riservata ed è in coma farmacologico.

Il padre invece è ricoverato al Policlinico Gemelli, l’ospedale in cui è stato elitrasportato, ed è grave anche se giudicato fuori pericolo. Ha già ricevuto un’ordinanza cautelare restrittiva anche perché l’accusa nei suoi confronti è molto pesante: tentato duplice omicidio aggravato.

LE INDAGINI

Nessun dubbio per i carabinieri della compagnia di Civitavecchia, del Nucleo radiomobile e della stazione locale di via Livorno che procedono con le indagini: l’autore del gesto è Fabrizio Angeloni, 47enne ingegnere e ricercatore dell'Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare). Probabilmente l’uomo non si dava pace perché la moglie, Silvia Antoniozzi, docente di lettere a Ladispoli, già da tempo aveva deciso di chiudere il rapporto con lui. Non avrebbe meditato il gesto estremo ieri, perché il coltello lo ha preso nella stessa cucina al culmine dell’ennesima lite.

E la minorenne, pare, si sarebbe messa in mezzo, restando ferita anche lei. Aspetti però che verranno ricostruiti solo dai carabinieri. La ragazza ha chiuso il portone fuggendo sulle scale e dando l’allarme ai vicini, che a loro volto hanno chiamato il 112 e i carabinieri intervenuti prontamente in via Milano.

IL DOLORE

Sotto choc la comunità di Ladispoli, soprattutto i residenti della zona ladispolana subito accorsi in strada richiamati dalle urla e dal frastuono di tutte quelle sirene.

PRESUNZIONE DI INNOCENZA Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono effettuate indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.
Del caso se ne è parlato stamattina a news&coffee col giornalista Emanuele Rossi

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