LADISPOLI - «Il treno delle ore 9:12 è partito 40 minuti dopo poiché non era dotato di una rampa funzionante per persone diversamente abili. Una vergogna in questo ultra tecnologico 2022». Silvia, pendolare ladispolana, non ha digerito ieri il fatto accaduto nello scalo di Ladispoli-Cerveteri. In pratica un ragazzo disabile, in compagnia dei suoi amici, è rimasto a terra perché la pedana non era attiva nel momento in cui ha tentato di entrare nello scompartimento. Ci è voluto parecchio per risolvere il caos con il controllore sceso e poi l’intervento di alcuni tecnici che hanno faticato non poco per sbloccare la pedana. Una umiliazione in primis per questo giovane in carrozzina, e poi anche disagi per tutti gli altri pendolari a bordo e per quelli che si trovavano in attesa negli scali della Roma-Civitavecchia che hanno dovuto attendere circa 40 minuti l’arrivo della corsa per poter raggiungere il posto di lavoro nella Capitale. In tanti in realtà hanno protestato ieri parlando di episodio increscioso. Ha preso posizione anche il Comitato Pendolari Litoranea Nord. «I mezzi dovrebbero essere sempre accessibili – ci tiene a puntualizzare Andrea Ricci, il presidente del comitato – e poi dovrebbero arrivare sempre informazioni tempestive ai passeggeri che restano in attesa anche nelle stazioni successive. Nel caso del giovane in carrozzina a Ladispoli, purtroppo ciò non è avvenuto. Centinaia e centinaia di cittadini sono rimasti fermi senza sapere perché il convoglio non fosse giunto a destinazione. Ci sono altri aspetti da risolvere in riferimento all’abbattimento delle barriere architettoniche». Interviene anche la classe politica. «Un fatto certamente spiacevole – interviene Fiovo Bitti, assessore alle Politiche sociali di Palazzo Falcone – sarà oggetto di un tavolo con i dirigenti delle Ferrovie per capire come evitare che una persona svantaggiata possa trovarsi di fronte a degli ostacoli nel caso non riesca a prenotare il servizio della pedana. Solleciteremo anche la realizzazione dei monitor sui binari. Una difficoltà per tutti, figuriamoci per un pendolare in carrozzina». I vertici ferroviari hanno comunque fatto sapere che il giovane disabile non aveva prenotato il servizio di assistenza che per consuetudine può avvenire sia on line che contattando il numero preposto. C’è da dire però che in caso di emergenza, un cittadino disabile, o ipoteticamente anche un turista, potrebbe trovarsi nelle condizioni appunto di non poter viaggiare su un mezzo pubblico. Un fatto impensabile, come evidenziato anche da Silvia, nel 2022. Da risolvere anche il discorso dei monitor sulle banchine. Un problema in più per un diversamente abile già costretto a mille odissee quotidiane.