Un passato da calciatore glorioso, ora il meritato riposo nella sua gelateria di Lecce. Paolo Baldieri, 59enne di Ladispoli, ha vestito maglie prestigiose, dalla Roma al Lecce, per poi concludere la sua carriera anche con quella del Civitavecchia nella stagione 97/98 in serie D.
Attualmente vive a Lecce, città alla quale è rimasto attaccato per averci giocato quattro campionati in serie A, dal 1991 al 1995.
Qui, in pieno centro, è titolare di una gelateria a conduzione familiare, dove ci lavorano anche i figli.
Cosa si ricorda di quando ha iniziato a giocare?

[caption id="attachment_406843" align="alignleft" width="225"] L’ex calciatore professionista fotografato recentemente a lavoro nella sua gelateria di Lecce[/caption]

«Ho smesso a Civitavecchia, quasi 25 anni fa. Con la mia famiglia sono rimasto qualche anno a Ladispoli, città nella quale sono praticamente nato , essendomi trasferito a un anno e mezzo da Roma. La mia casa era vicino al campo Marescotti, giocavo a 5 anni in strada. Mio padre mi portò a giocare nell'US Ladispoli, ero con i ragazzi più grandi di me e si accorsero che avevo i piedi buoni. Sergio Nardocci mi convinse a rimanere, calciavo il pallone perfettamente. A 14 anni , durante un torneo estivo, la Romulea mi prelevò. Feci qualche anno, passai alla Primavera della Roma . Mi allenavo con Falcao, Pruzzo, Di Bartolomei e altri campioni. Ho esordito in prima squadra, poi tuto il resto».
Non ha mai giocato con la prima squadra del Ladispoli, le è dispiaciuto?
«Avrei voluto giocarci, ma un infortunio mi ha fermato prima . Ero con il Savoia, gli ultimi anni di carriera. Avevo terminato il contratto, iniziai a preparami con il Civitavecchia, allora allenato da Ceripa in serie D. Due stagioni entusiasmanti, le più divertenti della mia carriera. Destino volle che la mia esperienza finisse nell'ultima gara contro il Ladispoli. Mi ruppi il menisco, il sogno di giocarci si infranse. Ci sono tornato qualche anno dopo, avevo un ruolo nel settore giovanile. A seguire ho fatto esperienze nella Figc, sempre con i giovani».
Poi cosa accadde?
«Con mia moglie e figli, ancora bambini, decisi di trasferirmi a Lecce, i risparmi derivanti dal calcio mi hanno permesso di aprirmi le strade nell'imprenditoria edile. Anni dopo feci un corso per gelataio, decidemmo di aprire una gelateria, ecco com'è cambiata la mia vita. E ne sono contento, non rinnego questa scelta. A Lecce sto molto bene».

[caption id="attachment_406844" align="alignleft" width="300"] Paolo Baldieri con il sindaco di Ladispoli Alessandro Grando da piccolo[/caption]

Le manca un po’ Ladispoli?
«Mi manca la mia città. Ci vivono i miei genitori , mia sorella, parenti e tanti amici. Una volta al mese ritorno, gli amici mi stanno convincendo a ritornarci. Nel Salento il mare è bellissimo, a Ladispoli sebbene non lo sia è sempre il mio, dove ci andavo a polpi, a pescare con gioia. Mi proposero nel settore giovanile , grazie alla presidentessa Fioravanti, di venire a ricoprire un ruolo. Mi sarebbe piaciuto, vedremo più avanti. Ai miei figli , ne ho 3, gli ho già detto: quando morirò seppellitemi nella mia Ladispoli. Mi auguro il più tardi possibile, ma voglio che la mia vita terrena si concluda lì».
©RIPRODUZIONE RISERVATA