LADISPOLI – Da Ladispoli parte un coro disperato: «Siamo preoccupati per i nostri familiari e per gli amici che si trovano in Ucraina». È Valerii a parlare raccontando di aver lasciato Leopoli già due anni fa. Dal giorno alla notte, assieme alla moglie Oksana, ha preparato i bagagli perché la loro figlia aveva bisogno di essere curata al Bambino Gesù di Roma. Un trasferimento non facile, con gli altri due figli. «Lì ero uno speaker radiofonico e anche musicista – racconta - qui lavoro come vigilantes e in Umbria dei nostri amici hanno aperto un ristorante: si chiama Kozak. Vogliamo renderci utili io e mia moglie a Ladispoli per aiutare i nostri connazionale che sono fuggiti in questi giorni». E non sono nemmeno pochi. Già 19, tra cui molti bambini, hanno raggiunto Ladispoli in queste ore. E lo ha confermato il sindaco, Alessandro Grando. La macchina amministrativa si è messa già in moto con il prezioso aiuto dell’associazione “Aspettando un angelo”. C’è anche una donna ucraina incinta. Il Comune si è attivato con la Croce Rossa Italiana per metterle a disposizione un medico. Già ieri pomeriggio sono stati distribuiti i primi pacchi alimentari con cioccolatini e giocattoli per i più piccini. La comunità ha lanciato un segnale forte e chiaro schierandosi al fianco degli ucraini che vivono a Ladispoli, almeno 250 registrati. In 400 hanno partecipato al corteo della Pace partito mercoledì scorso da piazzale Roma fino al Monumento dei Caduti. A tenere le bandiere blu e gialle in prima fila anche un’ucraina da 8 anni a Ladispoli. «È un orrore quello sta accadendo, siamo preoccupati per i nostri parenti che si trovano lì e stanno rischiando in questo momento. La guerra è inaccettabile». Momenti toccanti quando l’orchestra giovanile “Massimo Freccia” ha suonato le note di Schindle'r List. Il numero dei profughi a Ladispoli potrebbe aumentare. «Alcuni potrebbero essere arrivati – scrive il primo cittadino Grando - senza prendere contatto con le istituzioni locali e molti probabilmente altri arriveranno nei prossimi giorni. Anche grazie alla preziosa collaborazione di alcune associazioni di volontariato ci siamo immediatamente prodigati per fornire generi alimentari, di prima necessità e assistenza medica. A chi volesse dare il proprio contributo ricordo che sono attivi due punti di raccolta presso le sedi della Protezione Civile di via Castellammare di Stabia, all’interno del plesso scolastico Falcone, aperti dalle ore 14 alle 20. Chiunque avesse delle informazioni in merito alla presenza o all’imminente arrivo di persone dai territori di guerra è pregato di segnalarcelo. Non lasceremo soli i nostri fratelli ucraini».