TOLFA - Si trova ristretta agli arresti domiciliari una 67enne di Tolfa accusata di aver perseguitato una giovane donna al termine di una compravendita. Secondo l’accusa, la 67enne avrebbe chiesto più soldi all’acquirente, rispetto a quelli pattuiti, dopo la vendita di un terreno con casale e per perseguire il suo intento si sarebbe trasformata in una stalker.

Ad accusare la signora è stata una giovane veterinaria, anche lei di Tolfa, che ha presentato formale denuncia ai Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia, raccontando di essere vittima di minacce e danneggiamenti: la 67enne le avrebbe arrecato diversi danni alla sua proprietà. Dopo la denuncia, i carabinieri hanno indagato sulla vicenda fino al provvedimento di arresto della 67enne ai domiciliari. I reati contestati vanno dallo stalking alla violenza privata, danneggiamento e ricettazione. Secondo quanto emerso, la donna avrebbe sottratto alcuni pezzi dell'impianto di approvvigionamento dell'acqua potabile e avrebbe asportato il cavo elettrico che porta la corrente alla proprietà. Celere il lavoro del Nucleo operativo radiomobile di Civitavecchia. A far scaturire la vicenda sembra sia stata proprio la vendita di un terreno con casale annesso (risalente a febbraio 2020, poco prima del lockdown); una proprietà situata sulla provinciale che collega il paese di Tolfa alla frazione di Santa Severa. Secondo le prime ricostruzioni, la 67enne tolfetana avrebbe fatto pressione sulla vittima allo scopo di farle pagare più di quanto pattuito e versato nella compravendita. Al rifiuto della ragazza, sono iniziati i danneggiamenti fino alla denuncia. Sembrerebbe anche che dopo la vendita, la 67enne sia rimasta nella proprietà che aveva venduto e che non voleva lasciare; a maggio del 2021 è stata pertanto raggiunta dal provvedimento di sfratto. Da questo momento in poi, a quanto pare, sarebbe iniziato il calvario della giovane acquirente del casale e del terreno, la quale ha denunciato di aver ricevuto dispetti e danni. La Procura di Civitavecchia, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, ha disposto per la donna i domiciliari, il braccialetto e il divieto di avvicinamento alla trentenne che ha acquistato l’immobile, alla sua proprietà e alle persone a lei vicine.

La diretta interessata spiega la propria versione dei fatti

«Nei miei confronti solo accuse infondate»

TOLFA - Pronta decisa la replica della 67enne coinvolta nella vicenda che si difende parlando di «accuse infondate». «Voglio precisare - spiega la 67enne - che in merito alla vendita dell'immobile Fontana del Papa, avvenuta due anni fa, è aperto un contenzioso civile che deve definire le posizioni della sottoscritta e della controparte in relazione a tutto il negozio giuridico di compravendita. Da evidenziare che, in attesa della definizione della controversia civile, la sottoscritta non ha compiuto alcun danneggiamento. Di qualsiasi pregiudizio arrecato alla Fontana del Papa deve essere data prova che esso sia attribuibile alla mia persona. Ho venduto il casale della Fontana del Papa due anni fa esatti e da quasi un anno era abbandonato. Non vedevo la “vittima” del presunto mio “interesse” da un anno e mezzo». «Le comunicazioni - aggiunge l’accusata - avvenivano tra legali. Da due anni è in piedi un contenzioso civile basato non sul prezzo, ma su ben altro. Accusare inoltre di furto è grave, anzi gravissimo. Chi lo ha scritto e dichiarato ne risponderà nelle opportune sedi. Le indagini sono ancora in corso e apprendere dai giornali e fuori dai canali istituzionali che ho accuse su un procedimento in fase di indagine e con segreto istruttorio getta ancor più un'ombra oscura su fatti che rimangono da chiarire. Non ho fatto alcun passo indietro. Nessuno mi ha chiarito che in alternativa al rifiuto del braccialetto elettronico ci sarebbero stati gli arresti domiciliari. Tuttavia posso dire che questa mi mancava. Me lo aspettavo, eccome se me lo aspettavo. La Procura di Civitavecchia ha profilato il reato di stalking e con zelante prontezza ha richiesto l'applicazione del braccialetto elettronico».

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